L'Italia è il primo Paese Ue ad approvare una legge sull’Intelligenza artificiale

Con il voto in Senato il 17 settembre, l’Italia diventa il primo Paese europeo ad adottare una legge quadro che disciplina l’uso e la governance dell’intelligenza artificiale, in linea con l’Ai Act europeo.
Nuove regole per l’utilizzo dell’Ai in settori strategici
La legge, fondata su principi di utilizzo antropocentrico, trasparente e sicuro, regola l’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambiti come sanità, pubblica amministrazione, scuola e giustizia.
L’obiettivo è garantire tracciabilità e soprattutto, che l'utilizzo della tecnologia sia, in alcuni casi, monitorato da persone fisiche.
La legge prevede inoltre che ogni due anni il Comitato interministeriale per la transizione digitale aggiorni la strategia nazionale sull’Ai. È stato istituito anche un osservatorio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per monitorare eventuali abusi e episodi discriminatori.
Governance e investimenti
La governance sarà ripartita tra l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, con poteri di vigilanza, e l’Agenzia per l’Italia digitale.
Per favorire la competitività, è previsto un programma di investimenti fino a un miliardo di euro a sostegno di startup e PMI, con l’obiettivo di migliorare le applicazioni dell’Ai in settori strategici e incentivare il trasferimento tecnologico.
Salute e giustizia, cosa cambia
Nel campo medico e in quello legale, l’intelligenza artificiale non potrà sostituirsi alle persone: non sarà consentita per ammettere i cittadini a prestazioni sanitarie né per redigere sentenze o atti giudiziari.
La legge introduce inoltre sanzioni severe contro gli abusi: è previsto il carcere da uno a cinque anni per chi provochi danni diffondendo immagini o video generati con l’Ai. Sono stabilite anche tutele specifiche per i minori, con il divieto di divulgare i loro dati senza il consenso dei genitori.
La reazione della politica
Il governo ha accolto con favore la nuova legge. Il sottosegretario con delega all’innovazione digitale, Alessio Butti, ha sottolineato il primato italiano nell’adottare la prima legge quadro che “orienta l’Ai a crescita, diritti e piena tutela dei cittadini”.
Le opposizioni, invece, hanno espresso critiche: il Partito Democratico contesta la gestione delle risorse, ritenute insufficienti a incentivare privati e pubblica amministrazione.
Perplessità anche da parte della Rete per i Diritti Umani Digitali, che denuncia , con il provvedimento, l'eccessivo controllo sull’AI da parte del governo.
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