Parlamento Ue, cinque indagati per sospette tangenti da parte di Huawei

Cinque persone sono state incriminate nell'ambito di un'inchiesta sulla corruzione legata all'azienda cinese Huawei, sospettata dai procuratori belgi di aver corrotto alcuni deputati ed ex deputati del Parlamento europeo.
La Procura belga ha confermato martedì che quattro persone sono state accusate di "corruzione attiva e organizzazione criminale", mentre una quinta persona è stata accusata di riciclaggio di denaro.
Quest'ultimo è stato rilasciato con misure cautelari, ma per gli altri quattro è stato emesso un mandato di arresto.
Il procuratore ha poi aggiunto che lunedì scorso sono state effettuate nuove perquisizioni negli uffici del Parlamento europeo a Bruxelles.
Il 13 marzo erano già stati sigillati due uffici, uno appartenente agli assistenti di Marco Falcone (Italia/Ppe), Paolo Campisi e Francesco Vasta, e l'altro ad Adam Mouchtar, assistente di Nikola Minchev (Bulgaria/Renew Europe).
La polizia aveva inoltre già perquisito la sede di Huawei a Bruxelles, oltre a 21 abitazioni a Bruxelles, nelle regioni belghe delle Fiandre e della Vallonia e in Portogallo.
Un giorno dopo, il 14 marzo, il Parlamento europeo ha temporaneamente vietato l'ingresso ai lobbisti di Huawei nei suoi locali, dichiarando che si trattava di una misura precauzionale, in linea con le sue regole di sicurezza.
L'inchiesta sulle attività di Huawei del quotidiano Le Soir
Gli arresti sono scattati in seguito a un'inchiesta del quotidiano Le Soir e di altri media locali, secondo cui alcuni lobbisti legati al colosso cinese delle telecomunicazioni sarebbero sospettati di aver corrotto attuali ed ex membri del Parlamento europeo per favorire le politiche commerciali dell’azienda in Europa.
Huawei ha dichiarato giovedì scorso di prendere sul serio le accuse e di voler "comunicare urgentemente" con gli investigatori.
Secondo gli investigatori belgi, i crimini di corruzione sono iniziati nel 2021.
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