Macedonia del Nord: chiusi decine di club illegali dopo l'incendio di Kočani

Le autorità della Macedonia del Nord hanno chiuso decine di discoteche e locali di intrattenimento in tutto il Paese perché privi di licenze operative valide.

La decisione è stata presa dopo l'incendio scoppiato domenica durante un concerto in un locale privo di licenza nella città orientale di Kočani, che ha causato la morte di 59 persone.

Sospese attività per 28 locali e club in Macedonia del Nord

La portavoce del governo Marija Miteva ha dichiarato che su 50 locali ispezionati in diverse città, solo 22 avevano licenze valide.

"Per tutti i locali con licenze scadute o del tutto assenti, l'ispettorato statale dei mercati ha ordinato la sospensione delle attività fino alla revisione e alla convalida di tutti i documenti necessari", ha dichiarato Miteva.

L'incendio al Club Pulse è avvenuto dopo l'utilizzo di materiale pirotecnico durante un concerto del popolare duo hip-hop Dnk.

In seguito sono state riscontrate numerose violazioni della sicurezza e delle licenze nel club.

Mercoledì le autorità hanno dichiarato che 16 persone sono ancora in custodia per essere interrogate, dopo aver interrogato più di 70 persone.

La Macedonia del Nord ha dichiarato una settimana di lutto nazionale dopo il disastro, che ha scosso la nazione balcanica di due milioni di persone e ha scatenato proteste contro la corruzione e veglie di massa.

Le commemorazioni per le vittime dell'incendio di Kočani

I funerali dei partecipanti al concerto, per lo più giovani, sono previsti per giovedì a Kočani e le autorità hanno dichiarato che le autopsie e le identificazioni formali sono state completate. Le commemorazioni si terranno anche in altre parti del Paese.

"Siamo calmi, siamo gentili, siamo pacifici, pazienti", ha detto il vescovo metropolitano Ilarion di Bregalnica, una regione che comprende Kočani. "Le nostre preghiere e i nostri pensieri siano rivolti ai nostri defunti, ma anche ai nostri feriti per la loro salute e il loro recupero".

Delle 150 persone ferite, decine sono state trasferite in ospedali in tutta Europa, soprattutto per ricevere cure specialistiche per le ustioni.

Belgio, Paesi Bassi e Grecia stanno fornendo assistenza nell'ambito di uno sforzo sostenuto dall'Ue e guidato dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze. Anche Croazia, Romania, Slovenia, Svezia, Lituania, Ungheria, Lussemburgo e Norvegia hanno offerto immediatamente assistenza in seguito alla tragedia.

Stojance Angelov, che dirige l'agenzia di gestione della crisi del Paese, ha dichiarato che la Chiesa ortodossa del Paese sta organizzando i funerali.

"Nessuna parola può veramente catturare la profondità di questa tragedia o esprimere l'opprimente tristezza che provo", ha dichiarato in un post online. "Spezzato dal dolore, non riesco a trovare nulla di abbastanza forte per trasmettere le mie condoglianze alle famiglie che hanno perso i loro amati figli e figlie".