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Venezia 2025: Gadot e Butler assenti, la Mostra tra star e proteste pro-Palestina

• Aug 26, 2025, 12:18 AM
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Il Lido di Venezia, tra luci, tappeti rossi, flash dei fotografi, diventa anche teatro di una protesta internazionale. La 82esima Mostra del Cinema - in calendario dal 27 agosto al 6 settembre - non sarà soltanto passerella di star e prime mondiali: sul festival incombe la mobilitazione per la Palestina, con un corteo annunciato e richieste precise rivolte alla Biennale.

Il collettivo Venice4Palestine ha chiesto l’esclusione dal festival di Gal Gadot e Gerard Butler, accusati di sostenere la politica israeliana, e di aprire invece spazi a registi e artisti palestinesi. Alla richiesta si è unita una lettera-appello firmata da oltre 1.500 tra attori, registi e attivisti.

La richiesta di esclusione e l'assenza di Gadot e Butler

Il documento chiede alla Biennale di rompere il silenzio su quello che viene definito “genocidio in corso a Gaza”. Tra i firmatari compaiono Ken Loach, Céline Sciamma, Marco Bellocchio, Valeria Golino, i fratelli Servillo, Roger Waters, insieme a molti protagonisti del cinema italiano e internazionale.

La Biennale, in una nota, ha ribadito la propria “apertura al dialogo”, ricordando di aver già ospitato opere legate al conflitto, ma senza accogliere la richiesta di escludere attori.

Gal Gadot e Gerard Butler non saranno dunque al Lido per la 82esima Mostra del Cinema di Venezia, ma la loro assenza non deriva direttamente dalla richiesta del collettivo Venice4Palestine (V4P), che ha chiesto di revocare gli inviti ai due attori, entrambi nel cast di The Hand of Dante di Julian Schnabel.

I firmatari chiedono anche che il festival eviti la partecipazione di qualsiasi artista che appoggi pubblicamente le azioni militari israeliane, destinando invece il red carpet a una delegazione palestinese con la propria bandiera.

In ogni caso, Gadot non aveva pianificato di partecipare, forse per evitare polemiche, mentre Butler non aveva confermato la presenza: a parlare del film, fuori concorso il 3 settembre, sarà solo il regista.

Gerard Butler con Nico Parker sul palco del Caesars Palace Las Vegas / 2 aprile 2025
Gerard Butler con Nico Parker sul palco del Caesars Palace Las Vegas / 2 aprile 2025 Chris Pizzello/Invision

Il corteo del 30 agosto

Dalla mobilitazione nasce il corteo di sabato 30 agosto, Stop al genocidio – Palestina libera, che attraverserà il Lido. La protesta partirà da Santa Maria Elisabetta alle 17, snodandosi lungo le vie del Lido fino a pochi passi dal Palazzo del Cinema.

Sono attese centinaia di persone tra associazioni, collettivi e operatori del settore. Le autorità hanno predisposto un imponente servizio d’ordine, più ampio rispetto agli anni scorsi, pur senza istituire zone rosse.

Gli organizzatori parlano di “presa di posizione non più negoziabile”, chiedendo che la Mostra diventi uno spazio di denuncia politica oltre che artistica.

Una Mostra dal peso politico

La Biennale non è nuova a contestazioni: nel corso degli anni il Lido è stato spesso scenario di proteste e prese di posizione politiche. Nel 2010, durante la presentazione di Biutiful di Alejandro González Iñárritu, alcuni attivisti hanno esposto striscioni contro le violenze in Messico.

Nel 2019, Ken Loach e altri cineasti hanno usato il red carpet per denunciare le politiche migratorie europee.

Nel 2021, una serie di manifestazioni ha attirato l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori del cinema italiano.

Nel 2022, un sit-in davanti al Palazzo del Cinema ha denunciato l’emergenza climatica, trasformando la passerella in un luogo di messaggio politico.

La pressione di quest’anno, che vede un fronte comune tra attivisti e grandi nomi del cinema, rischia di incidere profondamente sull’immagine stessa della rassegna.

Il Lido si conferma così non solo vetrina di glamour e cinema d’autore, ma anche luogo politico globale, dove il red carpet può diventare arena di protesta. Per la Biennale, la sfida è oggi più che mai quella di conciliare il linguaggio dell’arte con le urgenze della realtà.

Le richieste in tre punti di Venice4Palestine

  • Esclusione di Gal Gadot e Gerard Butler Sono gli attori accusati di sostegno politico e materiale a Israele.
  • Spazio ad artiste e artisti palestinesi Una presenza riconosciuta e rappresentativa al festival.
  • Stop alle partnership con enti legati a Israele Interruzione di collaborazioni dirette o indirette con istituzioni e aziende.