Usa, dietrofront sui fondi per le catastrofi: andranno anche a città e Stati che boicottano Israele

Lunedì 4 agosto l'amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha invertito la rotta dopo le critiche subite per aver minacciato di non erogare almeno 1,9 miliardi di dollari (1,64 miliardi di euro) di fondi per fronteggiare le catastrofi alle città e dagli Stati americani che sostengono il boicottaggio di Israele e delle aziende israeliane.
Il passo indietro sembra confermato dalla portavoce del dipartimento per la Sicurezza nazionale
Il dipartimento per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti (Dhs) ha infatti rimosso dal proprio sito web un documento secondo il quale gli enti in questione, per poter accedere agli stessi fondi, siano obbligati a "non sostenere l'interruzione delle relazioni commerciali né limitare in altro modo i rapporti, specificamente con le aziende israeliane o con le aziende che fanno affari in o con Israele".
Per gli Stati americani la linea di finanziamento è fondamentale in caso di catastrofi naturali per poter avere a disposizione i mezzi necessari per le operazioni di ricerca e soccorso, al fine di corrispondere gli stipendi del personale, l'acquisto di attrezzature e risorse.
Il Dhs, in questo senso, supervisiona le operazioni di finanziamento della Federal emergency management agency (Fema). La portavoce del dipartimento, Tricia McLaughlin, ha dichiarato lunedì che "le sovvenzioni della Fema restano disciplinate dalla legge e dalle politiche vigenti e non da cartine di tornasole politiche".
Un cambiamento di rotta inaspettato, anche se un post su X ammonisce: "Movimento Bds fondato sull'antisemitismo"
La decisione potrebbe segnare un cambiamento di rotta inaspettato nella politica dell'amministrazione Trump, che finora ha cercato di penalizzare i governi locali, le istituzioni, le agenzie federali e le aziende private non allineate rispetto alle posizioni di Washington su Israele.
In particolare, la clausola che ora è stata cancellata puntava a colpire il movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), il cui scopo è di esercitare una pressione economica Israele e costringere Tel Aviv a porre fine alla sua offensiva su Gaza, che dura ormai da più di 20 mesi. Dal sito internet del Dhs è scomparsa anche l'allusione a un "boicottaggio discriminatorio vietato".
"Non c'è alcun requisito imposto dalla Fema legato a Israele. Nessuno Stato ha perso i finanziamenti e non sono state imposte nuove condizioni", ha quindi precisato il dipartimento in un post su X. Nel quale si precisa però che "il Dhs applicherà tutte le leggi e le politiche anti-discriminazione, anche per quanto riguarda il movimento Bds, che è espressamente fondato sull'antisemitismo. Coloro che praticano la discriminazione razziale non dovrebbero ricevere un solo dollaro di finanziamento federale".
La decisione di rimuovere senza troppo clamore la clausola dai termini e dalle condizioni arriva dopo che diversi media statunitensi avevano criticato il governo di Washington per aver legato l'accesso ai fondi federali per le emergenze ad agende e questioni politiche.
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