Hiroshima, 80 anni dopo la bomba: i sopravvissuti lanciano un nuovo appello contro il nucleare

Ottant’anni dopo il bombardamento atomico del 6 agosto 1945, la città di Hiroshima ha ricordato e reso omaggio alle vittime, alla presenza diretta dei sopravvissuti, sempre più rari e anziani. Alla cerimonia, svoltasi come ogni anno al Parco della Pace, hanno partecipato oltre 50.000 persone, tra cui rappresentanti di 120 Paesi, comprese Russia e Bielorussia.
Alle 8.15 ora locale, l'ora esatta in cui il B-29 statunitense sganciò la bomba "Little Boy", è stato osservato un minuto di silenzio. Una campana della pace ha suonato, seguita dal volo di decine di colombe bianche.
Tra i presenti, Minoru Suzuto, 94 anni, ha pregato inginocchiato davanti al cenotafio. "Non ci sarà più nessuno a tramandare questa triste e dolorosa esperienza tra 10 o 20 anni", ha detto, esprimendo la volontà di continuare a raccontare finché potrà.
Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha condannato l’attuale clima geopolitico, segnalando una preoccupante accettazione globale dell’arsenale nucleare, specialmente dopo l’invasione russa dell’Ucraina e i conflitti in Medio Oriente. "Questi sviluppi ignorano le lezioni della storia", ha dichiarato, definendo le politiche nucleari moderne come "una minaccia reale alla pace globale".
Anche il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha preso parte alla cerimonia, ribadendo l’impegno del Giappone a promuovere il disarmo. "Tramanderemo la memoria di questa tragedia per evitare che si ripeta", ha scritto anche sui social.
L’organizzazione Nihon Hidankyo, composta da sopravvissuti alla bomba atomica e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2024, ha lanciato un messaggio chiaro: "La nostra sfida più grande ora è cambiare, anche solo un po’, gli Stati che guardano con freddezza ai nostri appelli".
Il bombardamento di Hiroshima causò la morte di circa 140.000 persone. Tre giorni dopo, un secondo ordigno colpì Nagasaki, uccidendo altri 70.000 civili. Furono gli unici due utilizzi militari di armi nucleari nella storia, e portarono alla resa del Giappone e alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Con il numero di sopravvissuti in rapido declino — l’età media supera ormai gli 86 anni — questa commemorazione potrebbe essere l’ultima occasione in cui la voce diretta dei testimoni viene ascoltata su scala mondiale.
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