Guerra in Ucraina: l'inviato speciale Usa Witkoff a Mosca, al Cremlino l'incontro con Putin

L'nviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump Steve Witkoff è tornato a Mosca per un nuovo ciclo di colloqui con la leadership russa sul conflitto in Ucraina. Accolto mercoledì mattina all’aeroporto di Vnukovo da Kirill Dmitriev, rappresentante del Cremlino per la cooperazione economica estera, Witkoff prosegue una serie di incontri iniziati a febbraio.
Foto e video pubblicati dall'agenzia di stampa russa Tass mostrano i due uomini mentre camminano insieme al parco Zaryadye di Mosca, circondati da assistenti e guardie del corpo. In tarda mattinata l'incontro con il presidente Putin al Cremlino.
Per Witkoff è la quinta visita in Russia in sei mesi, segnale della crescente urgenza impressa da Washington per raggiungere una soluzione diplomatica. L’ultimo faccia a faccia con Vladimir Putin risale al 25 aprile. Da allora, le tensioni non si sono attenuate, ma Trump ha rafforzato la pressione diplomatica.
Il presidente statunitense ha annunciato l’introduzione di dazi secondari del 100 per cento contro i partner commerciali della Russia che continuano ad acquistare petrolio e gas russi, se non verrà raggiunto un accordo di pace entro l’8 agosto. Queste misure, secondo Trump, puntano a forzare una svolta nei negoziati.
Colloquio per una pace "giusta e duratura"
Alla vigilia della missione a Mosca, Trump ha avuto una conversazione telefonica con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto riportato da Kiev, i due leader hanno discusso della necessità di un cessate il fuoco e delle sanzioni economiche come leva per spingere Mosca a trattare.
"Una pace giusta e duratura è l’obiettivo comune", ha scritto Zelensky, sottolineando il ruolo attivo di Trump nella mediazione. Ha anche aggiunto che "sanzioni economiche più severe potrebbero accelerare il processo negoziale", ribadendo che l'economia russa è in difficoltà.
Verso una tregua aerea?
Secondo fonti citate da Bloomberg, il Cremlino starebbe considerando una tregua aerea limitata con Kiev: uno stop agli attacchi con droni e missili, senza un’interruzione totale delle ostilità. La proposta, che potrebbe rientrare nel pacchetto negoziale, sarebbe condizionata a una reciprocità da parte dell’Ucraina.
L’ipotesi emergerebbe come possibile concessione russa a Trump, nella speranza di evitare l’imposizione di nuove sanzioni secondarie. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato l’importanza dei colloqui con Witkoff, ma ha evitato di commentare dettagli o proposte specifiche.
Obiettivi e ostacoli
Trump, che ha affermato di voler "fermare questa guerra come abbiamo già fermato altre", ha sottolineato che Mosca potrebbe aggirare le sanzioni solo attraverso un accordo che porti alla fine delle ostilità. Dal canto suo, il presidente Putin ha ribadito che Mosca è favorevole a una cessazione del conflitto, ma solo se saranno affrontate e risolte "le cause profonde", riconoscendo le "realtà sul campo".
Zelensky, invece, continua a chiedere un cessate il fuoco "immediato, totale e incondizionato", mantenendo ferma la posizione di Kiev su una pace senza concessioni territoriali.
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