Inondazioni tra India e Pakistan: oltre 200 morti in 24 ore, elicottero di soccorso precipita

Le inondazioni improvvise causate da piogge torrenziali hanno ucciso oltre 200 persone in India e Pakistan nelle ultime 24 ore, mentre i soccorritori continuano la disperata ricerca di almeno 250 dispersi in un remoto villaggio himalayano. Qui, i nubifragi hanno devastato un affollato campo di pellegrinaggio indù, trasformando un momento di raccoglimento in tragedia.
Le piogge, violente e improvvise, hanno colpito Chositi, un villaggio montano nel distretto di Kishtwar, nel Kashmir controllato dall’India, dove più di 200 pellegrini indù si erano radunati in una cucina comunitaria per condividere il pasto dopo una giornata di cammino verso il santuario di Machail Mata.
Le acque, scese a valle con furia devastante, hanno travolto tende, infrastrutture e persone, lasciando dietro di sé almeno 60 morti, oltre 100 feriti e centinaia di dispersi.
Le autorità locali hanno confermato che il numero dei dispersi è destinato a salire nelle prossime ore, mentre il personale della Protezione civile, dell’Esercito e squadre di volontari scavano tra fango, alberi sradicati e detriti per cercare superstiti.
Il pellegrinaggio annuale Machail Yatra, che avrebbe dovuto concludersi il 5 settembre, è stato ufficialmente sospeso. Il villaggio di Chositi è l’ultimo raggiungibile con veicoli a motore lungo il tragitto del pellegrinaggio, e ora appare isolato, con strade distrutte e ponti spazzati via.
Venerdì, le autorità hanno improvvisato passaggi temporanei e trasportato feriti in condizioni critiche verso gli ospedali del distretto. Le immagini diffuse sui social media mostrano veicoli rovesciati, abitazioni sventrate e masserizie trascinate per centinaia di metri.
Nel frattempo, in Pakistan, la situazione non è meno drammatica. Almeno 243 persone hanno perso la vita nel nord e nord-ovest del Paese, dove le piogge monsoniche hanno colpito con forza inedita.
Il distretto più colpito è Buner, dove 157 persone sono morte soltanto nelle ultime ore. Case travolte, villaggi allagati e strade interrotte hanno complicato le operazioni di soccorso, mentre decine di persone risultano ancora disperse.
In questo scenario di emergenza, un elicottero militare impegnato nel trasporto di aiuti è precipitato a causa del maltempo nella regione del Khyber Pakhtunkhwa, uccidendo tutti e cinque gli occupanti, compresi due piloti e tre operatori umanitari. Il capo del governo provinciale, Ali Amin Gandapur, ha confermato la tragedia, sottolineando le difficoltà incontrate dalle squadre di intervento.
Sempre in Pakistan, le frane causate dalle piogge hanno bloccato centinaia di turisti nella regione montuosa di Mansehra. Le autorità hanno dichiarato che 1.300 persone sono state evacuate nelle ultime ore, ma almeno 35 risultano ancora irraggiungibili. Barche e elicotteri sono in azione per raggiungere i villaggi isolati, mentre i fiumi in piena continuano a erodere le rive, minacciando nuovi cedimenti.
Secondo l’Autorità nazionale pakistana per la gestione dei disastri, dall’inizio della stagione monsonica, il 26 giugno, sono morte oltre 550 persone in tutto il Paese, in gran parte donne e bambini.
A peggiorare la situazione, i meteorologi avvertono che nelle prossime 48 ore sono attese nuove precipitazioni eccezionali, con rischio concreto di frane e alluvioni lampo. Un nuovo allarme è stato lanciato per il rischio di esondazione da un lago glaciale nel nord del Pakistan, con le autorità che invitano la popolazione a evitare spostamenti verso le zone montane più esposte.
I fenomeni che stanno colpendo l’Himalaya indiano e il nord del Pakistan sono il risultato di “cloudburst” sempre più frequenti, ovvero acquazzoni intensi e localizzati, capaci di riversare enormi quantità d’acqua in pochi minuti su territori estremamente fragili.
Secondo gli scienziati, il cambiamento climatico gioca un ruolo cruciale. I nubifragi e le piogge estreme sono in aumento nelle regioni montuose dell’Asia meridionale, e lo sviluppo non regolamentato di villaggi, strade e progetti infrastrutturali in aree ad alto rischio ha aggravato l’impatto dei disastri naturali.
Uno studio pubblicato questa settimana da World Weather Attribution, una rete internazionale di ricercatori sul clima, ha rilevato che le piogge monsoniche cadute in Pakistan tra il 24 giugno e il 23 luglio sono state dal 10 per cento al 15 per cento più intense a causa del riscaldamento globale. Solo tre anni fa, nel 2022, la peggiore stagione dei monsoni mai registrata in Pakistan uccise oltre 1.700 persone e provocò danni per oltre 34 miliardi di euro.
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