Gaza sotto attacco, proteste in Israele per gli ostaggi: l'Onu condanna i raid sull'ospedale Nasser

Decine di palestinesi sono rimaste uccise in nuovi attacchi dell'esercito israeliano (Idf) in a Gaza martedì, secondo media locali, all'indomani della strage all'ospedale Nasser di Khan Younis in cui sono morti anche 5 giornalisti.
Secondo le autorità della Striscia si tratta di 75 persone nelle ultime 24 ore, soprattutto nella zona centrale del territorio e a Gaza City, su cui l'Idf ha iniziato un'avanzata nei giorni scorsi per prenderne il controllo, che include un nuovo ordine di evacuazione a Jabalia.
A chi muore sotto le bombe e i colpi di artiglieria e droni si aggiungono le vittime della fame. Le autorità sanitarie hanno dichiarato la morte per stenti di altre tre persone, portando il bilancio a oltre 300 palestinesi dall'inizio della guerra, inclusi 117 bambini.
A Gaza l'insufficienza di cibo e beni di prima necessità, la settimana scorsa, ha superato secondo l'Onu la soglia della carestia.
Proteste in Israele per la liberazione degli ostaggi
In Israele è in corso una serie di manifestazioni promosse dal Forum dei familiari degli ostaggi, che chiedono al governo una soluzione immediata per la cinquantina di persone ancora nelle mani di Hamas, circa la metà delle quali sarebbe già morta.
Dalle prime ore del mattino di martedì, i manifestanti hanno esposto bandiere israeliane davanti all’ambasciata statunitense a Tel Aviv e hanno organizzato picchetti nei principali incroci stradali del Paese. Il programma prevede altre iniziative e una marcia serale dalla stazione ferroviaria fino a Piazza degli Ostaggi.
Le proteste si svolgono in parallelo alla riunione del gabinetto di sicurezza israeliano, chiamato a discutere martedì i piani militari nella Striscia di Gaza e la possibile ripresa dei negoziati.
Il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato giorni fa l’avvio di colloqui immediati, senza però rispondere all’offerta già accettata da Hamas e dai mediatori per un cessate il fuoco di sessanta giorni con scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi.
“C’è un’offerta sul tavolo. Chiediamo che i nostri leader si siedano al tavolo dei negoziati e non si alzino finché non sarà raggiunto un accordo”, ha dichiarato Hagit Chen, madre di un ostaggio rapito nell’ottobre 2023, citata in una nota del Forum.
Il Qatar, uno dei Paesi impegnati nel negoziato per Gaza, ha fatto sapere di "aspettare ancora" una risposta da parte di Israele, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari.
La posizione israeliana e le pressioni internazionali
Sul piano politico, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha ribadito che i negoziati sul futuro di Gaza non includeranno la creazione di uno Stato palestinese, richiesta avanzata da gran parte della comunità internazionale.
“Per noi sarebbe un atto suicida”, ha affermato Sa’ar durante una visita ufficiale negli Stati Uniti, denunciando che “i governi di sinistra di Francia, Gran Bretagna, Canada e Australia vogliono imporre uno Stato palestinese a Israele” e hanno già annunciato un riconoscimento formale entro settembre.
Dall'Europa si leva tuttavia l'insofferenza per la condotta israeliana su Gaza.
"L'uccisione di cinque giornalisti, quattro operatori sanitari e diversi civili a Gaza ieri, in un attacco israeliano che ha preso di mira l'ospedale Nasser è del tutto inaccettabile. Civili e giornalisti devono essere protetti", ha dichiarato un portavoce dell'Ue per la Politica estera, Anouar El Anouni.
"A Gaza la situazione è orribile", ha ribadito la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, intervenendo al meeting di Rimini martedì, "questa situazione è intollerabile. Vogliamo che le uccisioni cessino e che gli ostaggi vengano rilasciati".
Facendo seguito al rapporto pubblicato di recente dalla Relatrice speciale dell'Onu per i palestinesi, il Fondo sovrano norvegese ha comunicato di avere venduto la quota azionaria detenuta nel gruppo americano di attrezzature edili Caterpillar.
"Non vi è dubbio che i prodotti Caterpillar vengano utilizzati per commettere violazioni diffuse e sistematiche del diritto internazionale umanitario" nel territorio in guerra da quasi due anni, ha affermato il Fondo in una nota citando una raccomandazione in tal senso del suo Consiglio etico.
Dura condanna da parte delle Nazioni Unite
Le Nazioni Unite hanno intanto condannato quanto accaduto, parlando di "serie di attacchi sistematici contro la stampa e le strutture sanitarie nella Striscia di Gaza". Rispondendo al primo ministro Netanyahu, secondo il quale si sarebbe trattato di "un tragico incidente", il portavoce dell'Ufficio dell'Onu per i diritti umani, Thameen Al-Kheetan, ha descritto l'attacco contro l'ospedale Nasser come "inaccettabile".
Secondo il dirigente, la spiegazione di Israele non può bastare: "I giornalisti sono gli occhi e le orecchie della comunità internazionale. E devono essere protetti".
Un appello che è stato condiviso anche da Audrey Azoulay, direttrice generale dell'Unesco, agenzia dell'Onu incaricata tra le altre cose della difesa della libertà di stampa, che ha condannato fermamente quanto accaduto.
Prorogata la missione Unifil in Libano
Sul fronte libanese, invece, gli Stati Uniti hanno confermato che sosterranno la proroga del mandato Unifil per un altro anno, come annunciato dall’inviato speciale Tom Barrack.
La proposta di compromesso presentata dalla Francia prevede infatti l’estensione fino al 31 agosto 2026, mentre si lavora a un futuro ritiro dei caschi blu dal Paese dei Cedri.
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