Russia, i raid ucraini pongono fuori uso un sesto della capacità di raffinazione di petrolio

Nelle ultime settimane l'Ucraina ha intensificato notevolmente gli attacchi contro il settore energetico russo, infliggendo perdite significative alla principale fonte di finanziamento della macchina da guerra di Mosca. I recenti attacchi di Kiev contro dieci raffinerie avrebbero interrotto almeno il 17 per cento dell'intera capacità di raffinazione della Russia, pari a 1,1 milioni di barili al giorno.
Domenica colpiti un terminal per il gas e una raffineria di petrolio
La campagna mirata dell'Ucraina si è concentrata non solo su raffinerie, ma anche su depositi di petrolio e siti militari-industriali. In questo modo Kiev ha interrotto la capacità di Mosca di lavorare ed esportare petrolio. La campagna ucraina ha anche creato penuria di carburanti in alcune regioni russe e nella Crimea annessa a Mosca.
Domenica, Kiev ha preso di mira anche un terminal per il gas nell'oblast di Leningrado, dove è presente la città di San Pietroburgo, e una raffineria di petrolio a Samara. Una fonte del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha rivendicato a The Kyiv Independent la paternità del raid.
Lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine ha inoltre confermato che l'Intelligence militare e l'aeronautica hanno pianificato l'attacco alla raffineria di petrolio Syzran a Samara, "specializzata nella produzione di benzina, gasolio, carburante per jet e altri equipaggiamenti forniti alle truppe russe. La raffineria ha una capacità di 8,5 milioni di tonnellate di greggio all'anno, pari a circa il 3,08 per cento del volume totale di raffinazione di petrolio russo", ha precisato lo stesso Stato maggiore su Telegram.
All'inizio di agosto, l'Ucraina aveva attaccato anche la raffineria Lukoil di Volgograd, la più grande della Russia meridionale, nonché altri impianti nelle regioni di Saratov e Rostov.
I raid arrivano in concomitanza col picco della domanda interna di carburanti in Russia
I raid alle raffinerie arrivano in concomitanza con il picco della domanda stagionale di caruranti da parte di turisti e agricoltori. La Russia aveva già inasprito il divieto di esportazione di benzina a luglio per far fronte all'aumento della domanda interna, anche prima che Kiev intensificasse gli attacchi.
In alcune zone dell'Ucraina occupata dalla Russia, nel sud della Russia e persino nell'Estremo oriente, si sono verificate carenze di benzina, con lunghe code alle stazioni di rifornimento. I media russi riportano inoltre che la benzina viene venduta sempre più spesso solo a organizzazioni e aziende.
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