La Danimarca convoca diplomatico Usa: sospetti di operazioni di influenza in Groenlandia

La Danimarca ha convocato mercoledì il massimo rappresentante diplomatico statunitense per un colloquio urgente dopo il reportage dell’emittente pubblica DR. Secondo fonti di governo, sicurezza e altre ancora provenienti dalla Groenlandia e dagli Stati Uniti, almeno tre persone legate a Donald Trump starebbero svolgendo operazioni segrete di influenza nell’isola per indebolire i legami con Copenaghen.
La Groenlandia, pur autonoma, è formalmente parte del Regno di Danimarca e ha sempre respinto con nettezza le proposte di acquisizione per parte degli Stati Uniti. L’idea, sostenuta prevalentemente da Trump, trova fondamento nella posizione geo-strategica dell’isola e nelle sue ricche risorse naturali.
DR ha riferito di otto fonti (né nominate né rese pubbliche) che sostengono come gli obiettivi includessero la creazione di una lista di cittadini groenlandesi favorevoli a idee separatiste pro-Usa, oltre al tentativo di costruire rapporti con figure politiche e imprenditoriali locali. Non è chiaro se agenti riferiscano a ordini governativi o agiscano autonomamente. La Danimarca definisce tali tentativi “ovviamente inaccettabili”.
Il ministro degli Esteri Lars Løkke Rasmussen ha sottolineato la collaborazione di lunga data tra Danimarca e Groenlandia, entrambe contrarie all’idea che l’isola sia “in vendita”. Le autorità di sicurezza danesi (Pet) hanno inoltre rafforzato i controlli in Groenlandia, temendo che la riduzione della visibilità delle attività nasconda l’attività di operatori più sofisticati.
Le cattive intenzioni di Trump
Le tensioni risalgono al 2019, quando Trump manifestò pubblicamente la sua intenzione di acquisire la Groenlandia, senza escludere l’impiego della forza militare. Recenti sondaggi indicano tuttavia che l’85 per cento degli abitanti dell’isola respinge l’ipotesi di passare sotto la giurisdizione statunitense, preferendo l’autonomia o l’indipendenza da Copenaghen.
Questa nuova crisi diplomatica si somma ad altri segnali di disagio bilaterale, come lo stop improvviso imposto da Washington a un progetto danese da 1,5 miliardi di dollari nel settore eolico offshore, alimentando sospetti su possibili ritorsioni politiche.
Per la Danimarca, l’Artico rappresenta un nodo strategico vitale. La presenza militare è già stata rinforzata con pattugliamenti navali, elicotteri, pattuglie terrestri e il supporto francese in Groenlandia. Resta cruciale anche il ruolo europeo, poiché l’Ue guarda all’Arctic domain come ambito di sicurezza e di cooperazione strategica.
In conclusione, l’incontro diplomatico con l’incaricato d’affari statunitense lascia percepire che, nonostante i legami storici e strategici, le ombre sui tentativi di infiltrazione politica in Groenlandia rischiano di compromettere la fiducia transatlantica e la stabilità nordica.
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