Siria e Israele negoziano accordo di sicurezza e la smilitarizzazione del sud di Damasco

Siria e Israele si incontrano questo mercoledì per discutere della proposta di un nuovo accordo di sicurezza presentata da Tel Aviv. Lo riferisce Axios, citando due fonti vicine al dossier.
L'incontro vedrà negoziare a Londra il ministro degli Affari strategici israeliano, Ron Dermer, e il ministro degli Esteri siriano, Asaad al Shaibani, insieme all’inviato statunitense Tom Barrack, che sta mediando tra i due Paesi.
Nelle scorse settimane, Israele ha presentato alla Siria una proposta per un nuovo accordo che include una mappa di zone demilitarizzate che si estendono da sud-ovest di Damasco fino al confine con Israele.
La proposta si basa sull'accordo di Camp David del 1979 tra Egitto e Israele, che divideva la penisola del Sinai in tre zone e delineava diversi accordi di sicurezza.
La Siria non ha ancora risposto alla proposta di Tel Aviv e nelle ultime settimane ha lavorato a una controproposta, secondo quanto riportato da Axios.
Quello di mercoledì sarà il terzo incontro trilaterale negli ultimi mesi. Fonti che hanno familiarità con la vicenda hanno dichiarato che si stanno facendo progressi, ma nessun accordo sembra imminente.
Israele avrebbe proposto una spartizione della Siria meridionale
La proposta si basa sull'accordo di pace israelo-egiziano del 1979 che divideva la penisola del Sinai nelle zone A, B e C e stabiliva diversi accordi di sicurezza e vari livelli di smilitarizzazione in base alla loro distanza dal confine israeliano.
Secondo Axios, alla Siria è stato chiesto di accettare un'ampia zona demilitarizzata e una no-fly zone sul suo territorio, senza alcun cambiamento sul lato israeliano del confine.
Secondo la proposta, l'area a sud-ovest di Damasco sarebbe divisa in tre zone, con i siriani in grado di mantenere diversi livelli di truppe e armi a seconda della zona. La proposta prevede anche l'espansione della zona cuscinetto di due chilometri sul lato siriano.
Nella striscia adiacente alla zona cuscinetto e più vicina al confine con Israele, sul lato siriano, non sarebbero ammesse forze militari e armi pesanti, ma la Siria potrebbe mantenere una presenza di forze di polizia e di sicurezza interna.
Si tratta su una no-fly zone e su un avamposto strategico
Secondo la proposta, l'intera area che va da sud-ovest di Damasco al confine israeliano verrebbe designata come no-fly zone per gli aerei siriani.
In cambio di queste restrizioni da parte siriana, Israele ha proposto un ritiro graduale da tutto il territorio occupato in Siria negli ultimi mesi, ad eccezione di un avamposto sulla cima del Monte Hermon, di importanza strategica.
Un alto funzionario israeliano ha dichiarato che Tel Aviv insiste per mantenere la sua presenza in quel luogo in qualsiasi accordo futuro.
La fonte ha riferito al sito web statunitense che uno dei principi fondamentali della proposta israeliana è il mantenimento di un corridoio aereo verso l'Iran attraverso la Siria, che consenta eventuali futuri attacchi israeliani in Iran.
Netanyahu apre a un incontro con al-Sharaa
Secondo Axios, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso interesse a organizzare un incontro con il presidente siriano Ahmad al-Sharaa a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni unite alla fine di settembre, ma la probabilità che ciò avvenga è bassa in questa fase, secondo un funzionario israeliano.
Netanyahu ha dichiarato martedì in conferenza stampa che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo ha invitato a visitare la Casa Bianca il 29 settembre.
La Siria lavora a una controproposta
La Siria sta accelerando i colloqui con Israele, sotto la pressione degli Stati Uniti, per raggiungere un accordo di sicurezza che spera possa portare alla restituzione del territorio occupato da Israele negli ultimi mesi.
Una eventuale intesa, tuttavia, non equivarrà a un trattato di pace completo, secondo quanto riportato da fonti della Reuters.
Damasco sta preparando una risposta alla proposta, che prevede il ritiro delle forze israeliane dai territori conquistati negli ultimi mesi, la restituzione della zona cuscinetto concordata nell'armistizio del 1974 allo stato smilitarizzato e la cessazione degli attacchi aerei e delle incursioni di terra di Tel Aviv in Siria.
Le fonti hanno detto che i colloqui non hanno affrontato lo status delle alture del Golan, che lo Stato ebraico occupa dalla guerra del 1967, mentre una fonte siriana che conosce la posizione di Damasco ha indicato che la questione sarà lasciata "per il futuro".
Dalla caduta del regime dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad, Israele ha bombardato diversi siti militari siriani e le sue forze sono arrivate a 20 chilometri da Damasco, continuando a fare incursioni quasi quotidiane nei villaggi delle province di Quneitra e Daraa.
Le fonti hanno aggiunto che durante i colloqui tenuti negli scorsi mesi a porte chiuse Israele ha mostrato riluttanza a rinunciare a queste conquiste.
Avanzano i tentativi di stabilizzare la Siria meridionale
L'incontro di mercoledì avviene dopo che martedì Siria, Giordania e Stati Uniti hanno adottato una tabella di marcia per risolvere la crisi nella provincia di Sweida e stabilizzare la Siria meridionale, indicando che Washington lavorerà con il sostegno giordano e in consultazione con Damasco per raggiungere intese sulla sicurezza con Israele.
Queste intese "rispondono alle legittime preoccupazioni di sicurezza sia della Siria che di Israele, sottolineando al contempo la sovranità della Siria", ha dichiarato il ministero degli Esteri siriano.
La tabella di marcia per risolvere la crisi a Sweida sottolinea la fine delle interferenze esterne nella provincia.
Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa, in un'intervista rilasciata al canale d'informazione siriano al-Ikhbariya qualche giorno fa, aveva dichiarato che il suo Paese è attualmente impegnato in negoziati per raggiungere un accordo di sicurezza "fino a quando Israele non tornerà ad essere quello che era prima dell'8 dicembre".
Non si fermano le operazioni di Israele in Siria
Il canale d'informazione siriano al-Ikhbariya ha riferito all'alba di mercoledì il proseguimento delle incursioni di Israele. Le forze di Tel Aviv sono penetrate nelle città di Jabata al-Khashab e Ovania, nella campagna settentrionale di Quneitra, nel sud del Paese.
Il canale ha aggiunto che le forze israeliane hanno effettuato perquisizioni e hanno alzato in volo droni nella campagna di Quneitra.
Damasco ha condannato gli attacchi israeliani e le ripetute incursioni a Quneitra, Daraa e nella campagna di Damasco, sottolineando che ostacolano gli sforzi di stabilizzazione e rappresentano una violazione del diritto internazionale e dell'Accordo di disimpegno del 1974.
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