Stati Uniti: incriminato l'ex direttore dell'Fbi James Comey, Trump esulta

L'ex direttore dell'Fbi James Comey è stato incriminato per due capi d'accusa relativi alle dichiarazioni rese durante la sua testimonianza al Congresso nel 2020.

Comey è stato accusato di false dichiarazioni e di ostruzione in un procedimento penale presentato pochi giorni dopo che il presidente Donald Trump ha esortato la procuratrice generale Pam Bondi a perseguire Comey e altri nemici politici.

I procuratori stanno valutando se Comey abbia mentito ai legislatori durante la sua testimonianza del 30 settembre 2020, relativa all'indagine sui legami tra la Russia e la campagna presidenziale di Trump del 2016.

L'incriminazione è stata presentata mentre la Casa Bianca ha preso provvedimenti per esercitare un'influenza senza precedenti sulle operazioni del Dipartimento di Giustizia, confondendo la linea di demarcazione tra legge e politica per un'agenzia in cui l'indipendenza nel processo decisionale dei pubblici ministeri è un principio fondamentale.

L'incriminazione fa di Comey il primo ex alto funzionario governativo coinvolto in una delle principali rimostranze di Trump, l'indagine da tempo conclusa sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, ad essere perseguito. Per anni Trump ha deriso quell'indagine come una "bufala" e una "caccia alle streghe", nonostante i molteplici esami governativi dimostrino che Mosca ha interferito per conto della campagna elettorale del repubblicano, e ha espresso chiaramente il suo desiderio di vendetta.

Il caso penale è destinato ad aggravare le preoccupazioni sul fatto che il Dipartimento di Giustizia, guidato dalla procuratrice generale Pam Bondi, venga usato come arma per perseguire indagini e ora procedimenti giudiziari nei confronti di personaggi pubblici che il presidente considera suoi nemici politici.

Giovedì Trump ha commentato l'incriminazione come "GIUSTIZIA PER L'AMERICA!". Bondi, una fedele di Trump, e il direttore dell'Fbi Kash Patel, da sempre critico dell'indagine sul Russiagate, hanno rilasciato dichiarazioni simili. "Nessuno è al di sopra della legge", ha detto Bondi.

Comey, in un video pubblicato dopo la sua incriminazione, ha dichiarato: "Il mio cuore è spezzato per il Dipartimento di Giustizia, ma ho grande fiducia nel sistema giudiziario federale e sono innocente. Quindi facciamo un processo".

Comey è stato licenziato pochi mesi dopo l'inizio dell'amministrazione Trump e da allora è rimasto uno dei principali bersagli dei sostenitori di Trump in cerca di ritorsioni legate all'indagine sul Russiagate. È stato citato per nome in un post di sabato sui social media, in cui Trump è sembrato appellarsi direttamente a Bondi per incriminare Comey e si è lamentato del fatto che le indagini del Dipartimento di Giustizia sui suoi nemici non sono sfociate in cause penali.

"Non possiamo più rimandare, sta uccidendo la nostra reputazione e la nostra credibilità", ha scritto Trump, facendo riferimento al fatto che lui stesso è stato incriminato e sottoposto a impeachment più volte. "LA GIUSTIZIA DEVE ESSERE SERVITA, ORA!!!".

La rabbia persistente per l'indagine sul Russiagate

Per anni Trump ha inveito contro le conclusioni delle agenzie di intelligence statunitensi, secondo cui la Russia avrebbe preferito lui alla democratica Clinton nelle elezioni del 2016, e contro le indagini penali che hanno cercato di determinare se la sua campagna elettorale avesse cospirato con Mosca per influenzare l'esito della corsa.

I procuratori guidati dal consulente speciale Robert Mueller non hanno stabilito che Trump o i suoi associati abbiano colluso penalmente con la Russia, ma hanno scoperto che la campagna di Trump ha accolto con favore l'assistenza di Mosca.

L'incriminazione si colloca sullo sfondo di uno sforzo dell'amministrazione Trump di riformulare l'indagine sul Russiagate come il risultato di uno sforzo del presidente democratico Barack Obama per sopravvalutare l'interferenza di Mosca nelle elezioni e minare la legittimità della vittoria di Trump.