Bielorussia pensa a centrale nucleare per rifornire l'Ucraina occupata, la proposta di Lukashenko a Putin

La Bielorussia ha presentato venerdì una proposta per la costruzione di una seconda centrale nucleare per fornire energia alle regioni occupate in Ucraina dalle forze russe.
Il presidente, Aleksandr Lukashenko, ha discusso il progetto durante un incontro al Cremlino con il presidente Vladimir Putin, che è sembrato sostenere pubblicamente l'idea.
Lukashenko ha detto che l'impianto potrebbe essere utilizzato, se necessario, per rifornire le aree controllate dalla Russia nelle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk.
La Russia ha annunciato l'annessione delle quattro regioni nel settembre 2022, definendole nuovi territori russi nonostante ne occupi solo una parte. Il referendum, con cui è stata formalizzata la decisione, non è stato riconosciuto da nessuna comunità internazionale, ad eccezione della Corea del Nord.
La Bielorussia ha aperto la sua prima centrale nucleare ad Astravets nel 2020 tra le proteste e le preoccupazioni della vicina Lituania, che si è opposta all'ubicazione dell'impianto, a soli 40 chilometri dalla capitale Vilnius.
L'impianto di Astravets è stato costruito dalla società statale russa per l'energia atomica, Rosatom, con un prestito di 10 miliardi di dollari (8,5 miliardi di euro) fornito da Mosca.
Durante l'incontro di venerdì, Putin non ha specificato se la Russia avrebbe fornito un sostegno finanziario al secondo impianto proposto dall'alleato.
Sviatlana Tsikhanouskaya, leader in esilio dell'opposizione bielorussa, ha criticato la proposta, affermando che "tutta l'Europa è a rischio".
"Proponendo a Putin di costruire una seconda centrale nucleare in Bielorussia per fornire elettricità ai territori occupati in Ucraina, Lukashenko dimostra ancora una volta di essere complice dell'aggressione russa. Sta barattando la sovranità bielorussa con il potere e i profitti dei crimini di guerra", ha dichiarato Tsikhanouskaya.
Lukashenko, che governa la Bielorussia da oltre tre decenni, ha permesso alla Russia di usare il Paese come base per l'invasione dell'Ucraina da parte nel febbraio 2022 e ha poi autorizzato il dispiegamento di missili nucleari tattici russi nel suo Paese.
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