Israele e Hamas si incontrano in Egitto per un possibile cessate il fuoco a Gaza

Nuovi colloqui in Egitto tra Israele e Hamas questo lunedì, mentre aumentano le speranze per un possibile cessate il fuoco dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lasciato intendere che un accordo per il rilascio degli ostaggi potrebbe essere annunciato entro la settimana.
La delegazione israeliana, guidata dal negoziatore Ron Dermer, è a Sharm el-Sheikh, ha confermato l’ufficio di Netanyahu. Un funzionario egiziano ha dichiarato che anche la delegazione di Hamas è sul posto. Lo stesso funzionario, che ha parlato all’Associated Press in forma anonima, ha aggiunto che l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff parteciperà ai colloqui.
Secondo il ministero degli Esteri egiziano, i negoziati si concentreranno su una proposta di scambio che prevede la liberazione di tutti gli ostaggi ancora in mano a Hamas in cambio della scarcerazione di migliaia di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha accolto positivamente l’iniziativa, definendola “il passo più vicino al rilascio di tutti gli ostaggi”.
Martedì ricorreranno due anni dagli attacchi del 7 ottobre 2023, quando miliziani di Hamas colpirono il sud di Israele, uccidendo 1.139 persone, per lo più civili, e sequestrando circa 250 ostaggi. L’attacco scatenò una massiccia offensiva israeliana su Gaza, ancora in corso da quasi due anni.
L’operazione militare ha finora causato la morte di oltre 67.000 palestinesi, secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, che non fa distinzione tra civili e combattenti. L’Onu ha tuttavia stimato che oltre due terzi delle vittime verificate sono donne e bambini.
Attualmente si ritiene che 48 ostaggi siano ancora detenuti da Hamas, e che circa 20 di loro siano vivi. Venerdì, il gruppo ha dichiarato di essere pronto a rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi in linea con il piano di pace proposto dal presidente americano Donald Trump, ma ha aggiunto che alcuni punti “richiedono ulteriori consultazioni”.
Il cosiddetto “piano di pace in 21 punti” per Gaza, presentato da Trump la scorsa settimana nello Studio Ovale accanto a Netanyahu, prevede una serie di riforme politiche e di sicurezza per porre fine all’assedio di Gaza, compresi il rilascio degli ostaggi, lo scioglimento di Hamas e il disarmo delle sue milizie.
Il piano propone inoltre la creazione di un governo provvisorio di supervisione a Gaza, gestito dallo stesso Trump insieme all’ex primo ministro britannico Tony Blair.
Trump ha aggiunto che i membri di Hamas disposti a deporre le armi potranno restare a Gaza e beneficiare di un’amnistia, mentre sarà garantito un passaggio sicuro verso altri Paes ia coloro che rifiuteranno.
In un’intervista a Euronews domenica, Netanyahu ha criticato la “accettazione parziale” del piano da parte di Hamas, ribadendo che il gruppo deve accettare tutti i termini senza riserve perché la pace diventi possibile.
Trump ha invece adottato un tono più ottimista: la sua amministrazione ha definito la risposta di Hamas “una vittoria diplomatica”.
In un post su Truth Social, l’ex presidente ha scritto: “Sulla base della dichiarazione appena rilasciata da Hamas, credo che siano pronti per una pace duratura. Israele deve fermare immediatamente i bombardamenti su Gaza, così da poter liberare gli ostaggi in modo sicuro e rapido”.
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