Mar Rosso, strategia anti-Houthi: nuova base aerea sull’isola di Zuqar

Le immagini satellitari mostrano la costruzione di una nuova pista d’atterraggio sull’isola vulcanica di Zuqar, nel Mar Rosso, al largo delle coste dello Yemen. L’opera, lunga quasi 2.000 metri, sembra far parte della rete logistica delle forze alleate che si oppongono ai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran.
Le foto satellitari fornite da Planet Labs PBC mostrano che ad aprile sono iniziati i lavori per costruire un molo sull’isola, seguiti dallo sbancamento del terreno per la pista. Alla fine di agosto l’asfalto ha ricoperto l’area, mentre le immagini di ottobre mostrano la segnaletica già dipinta, segno di un’avanzata fase operativa.
Nessuna forza ha rivendicato ufficialmente il progetto. Tuttavia, secondo l’analisi dei dati navali di Associated Press, la nave portarinfuse Batsa, battente bandiera togolese, ha stazionato per una settimana accanto al nuovo molo dopo essere arrivata da Berbera, in Somaliland, dove opera DP World, che ha rifiutato di commentare.
Una società marittima con sede a Dubai, Saif Shipping and Marine Services, ha confermato di aver consegnato l’asfalto per conto di aziende emiratine. Imprese degli Emirati erano già state coinvolte in progetti simili nello Yemen, compresi gli aeroporti di Mocha, Dhubab, Abd al-Kuri e Mayun.
L’isola di Zuqar è sotto il controllo del Consiglio di transizione meridionale, schierato contro gli Houthi, e si trova in una posizione strategica lungo le rotte marittime globali. I ribelli hanno già attaccato oltre 100 navi, affondato quattro imbarcazioni e ucciso almeno nove marinai dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas.
L’infrastruttura potrebbe consentire sorveglianza aerea su tutto il Mar Rosso e sullo stretto strategico di Bab el-Mandeb, fondamentale per il commercio internazionale.
Secondo l’analista Eleonora Ardemagni dello Istituto per gli studi di politica internazionale, la costruzione potrebbe servire "a rafforzare il controllo sui traffici e contrastare il contrabbando di armi verso gli Houthi", anche se "una nuova offensiva non sembra imminente".
Una storia di conflitti e basi
Zuqar è stata teatro di conflitti per decenni. L’Eritrea conquistò l’isola nel 1995 e tre anni dopo un tribunale internazionale la restituì allo Yemen. Con la caduta della capitale Sana’a nel 2014, gli Houthi ne presero il controllo.
Nel 2015, la coalizione guidata da Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti intervenne e riprese l’isola, che è diventata una base per le forze fedeli a Tariq Saleh, nipote dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh.
Da allora, la linea del fronte è rimasta ferma, ma gli Houthi hanno esteso la guerra al mare, colpendo il traffico navale internazionale. Gli attacchi sono proseguiti anche dopo l’intensa campagna aerea nota come Operazione Rough Rider, condotta da Stati Uniti e Israele.
"Gli Houthi, come ogni gruppo di insorti, vincono non perdendo", ha scritto l’esperto Gregory D. Johnsen.
Sebbene la coalizione anti-Houthi resti frammentata, la rete di piste e basi aeree nel Mar Rosso sta rafforzando le capacità operative. Negli ultimi mesi, le forze alleate hanno intercettato più carichi di armi diretti ai ribelli. Uno dei sequestri è stato definito tra i più significativi dal United States Central Command.
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