Si dimette il presidente della Comunità Valenciana dopo la gestione del disastro delle alluvioni
Il presidente della Comunità Valenciana, Carlos Mazón, ha annunciato le proprie dimissioni in una dichiarazione ufficiale, riconoscendo una gestione "non all’altezza" della drammatica emergenza causata dalla DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos) del 29 ottobre 2024, che ha provocato 229 vittime nella regione.
"Posso assicurarvi che per motivi personali mi sarei dimesso molto tempo fa", ha dichiarato Mazón dal Palazzo della Generalitat. "Forse la mia partenza permetterà di affrontare questa tragedia con l’obiettività che richiede. Non ce la faccio più", ha ammesso, aggiungendo: "Ho commesso degli errori e ci conviverò per tutta la vita, ma non per calcolo politico".
Non è ancora stato comunicato quando le dimissioni saranno effettive né se Mazón manterrà il seggio di deputato regionale.
Le cause della decisione
Il provvedimento arriva dopo un’intensa pressione pubblica e sociale: durante i funerali di Stato per le vittime della DANA, Mazón è stato fischiato e insultato da alcuni parenti delle vittime, che lo accusavano di negligenza e di lontananza nei momenti critici.
Il presidente ha inoltre puntato il dito contro il governo centrale spagnolo, accusando una "clamorosa" mancanza di aiuti: "Volevamo aiuto, lo abbiamo chiesto e non è mai arrivato", ha detto.
L’annuncio di Mazón non prevede al momento lo scioglimento automatico del Parlamento né lo svolgimento immediato di elezioni anticipate: ha infatti chiesto che i partiti che sostenevano la sua coalizione – Partido Popular e Vox – individuino un successore.
Nel frattempo, sono aperte indagini giudiziarie sulla gestione dell’emergenza idrica nella regione, con particolare attenzione alla comunicazione tardiva dell’allerta e al ruolo dello stesso Mazón durante la crisi.
Reazioni sociali
Una recente rilevazione ha mostrato che il 71 per cento dei cittadini della Comunità Valenciana ritiene che Mazón dovesse dimettersi per la sua gestione della DANA, incluso il 56,6 per cento degli elettori del suo stesso partito. Proteste continue in strada, manifestazioni con migliaia di partecipanti e richieste di giustizia e trasparenza hanno caratterizzato i mesi successivi alla tragedia.
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