Gaza, 50 bambini uccisi in 48 ore. L'Onu: "Raid durante una pausa umanitaria"
Nelle ultime 48 ore, oltre 50 bambini sono stati uccisi a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito domenica dalla direttrice esecutiva dell'Unicef, Catherine Russell. Quest'ultima ha spiegato che nuovi attacchi israeliani hanno colpito due edifici residenziali che ospitavano centinaia di persone. Funzionari palestinesi hanno inoltre anche riferito che un drone israeliano ha colpito una struttura sanitaria nella regione, utilizzata per somministrare ai bambini i vaccini antipolio, ferendo sei persone.
L'esercito israeliano ha negato ogni responsabilità sull'attacco, che secondo quanto indicato è avvenuto sabato nel nord della Striscia, un'area che è stata accerchiata dalle forze di Tel Aviv e in gran parte isolata nell'ultimo anno. Nel corso dell'invasione militare, i soldati di Israele sono più volte entrati negli ospedali, sostenendo come essi siano utilizzati dai miliziani di Hamas per nascondersi.
15mila bambini in zone inaccessibili della Striscia di Gaza
Sia l'Unicef che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno espresso preoccupazione per i nuovi attacchi, mentre congiuntamente stanno cercando di portare avanti, con enormi difficoltà, la campagna di vaccinazione. “Questo attacco, effettuato durante una tregua umanitaria, mette a rischio la sacra protezione della salute dei bambini e può dissuadere i genitori dal portare i loro figli a vaccinarsi”, si legge nella dichiarazione dell'Oms.
Una campagna per somministrare il richiamo del vaccino che tra l'altro è stata già ridimensionata, dopo essere stata rinviata a causa di problemi di accesso, bombardamenti, ordini di evacuazione e mancanza di garanzie per le tregue umanitarie, come indicano le Nazioni Unite. Almeno 100mila persone sono state costrette d'altra parte a fuggire dalle aree più settentrionali della Striscia di Gaza, ma l'Onu sottolinea come circa 15mila bambini di età inferiore ai dieci anni siano tuttora nelle zone di Jabaliya, Beit Lahiya e Beit Hanoun, che attualmente sono inaccessibili. La somministrazione della prima dose era stata invece effettuata a settembre in tutta la Striscia di Gaza, comprese le aree settentrionali che ora sono completamente isolate.
Otto morti a Khan Younis
“Le notizie di questo attacco sono ancora più inquietanti proprio perché la clinica Sheikh Radwan è uno dei luoghi sanitari nei quali i genitori possono far vaccinare i propri figli”, ha dichiarato Rosalia Bollen, portavoce dell'Unicef. Tuttavia, il portavoce dell'esercito israeliano Nadav Shoshani ha dichiarato che “contrariamente a quanto affermato, un primo esame ha determinato che l'esercito israeliano non ha colpito nell'area al momento indicato”.
Nel sud della Striscia di Gaza, intanto, un altro attacco ha colpito un gruppo di persone riunite all'aperto in un quartiere orientale di Khan Younis, uccidendo almeno otto palestinesi, tra cui quattro bambini e una donna, secondo quando dichiarato dal ministero della Salute di Gaza. L'ospedale Nasser della città, che ha ricevuto la maggior parte dei corpi, ha confermato le cifre.
Non diminuiscono le tensioni in Medio Oriente
Nel frattempo, non accennano a diminuire le tensioni in Medio Oriente. Israele ha annunciato di aver recentemente effettuato un raid in Siria e di aver sequestrato un cittadino che, a suo dire, collaborava con l'Iran. Tel Aviv ha ordinato attacchi aerei in Siria più volte nell'ultimo anno, ma è la prima volta che dichiara di aver effettuato un'operazione con truppe di terra della nazione mediorientale.
L'Iran ha lanciato da parte sua nuove accuse contro gli Stati Uniti, puntando anche il dito sul sostegno concesso allo Stato di Israele e alle operazioni militari che quest'ultimo sta conducendo nella Striscia di Gaza e in Libano. A parlare è stato un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, in occasione del 45esimo anniversario dell'occupazione dell'ambasciata americana nella capitale iraniana nel 1979. Ma le autorità della Repubblica islamica hanno anche ricordato il ruolo degli Usa e del Regno Unito nel colpo di Stato del 1953, nonché il sostegno americano all'Iraq di Saddam Hussein durante la guerra degli anni Ottanta.
Al contempo, durante una visita nello Stato di Israele, il comandante statunitense Michael Kurilla ha incontrato il capo di Stato maggiore della nazione ebraica, Herzi Halevi. I due, secondo quanto riferito da fonti militari, hanno discusso delle "minacce" nella regione mediorientale, concentrandosi "in particolare sull'Iran". Kurilla si è quindi recato presso una batteria di difesa che agli Stati Uniti, hanno di recente messo a disposizione di Israele.
Quasi tremila morti in Libano
Il ministero della Sanità del Libano, al contempo, ha riferito che il numero di morti nella nazione mediorientale sfiora ormai le tremila unità. Due operatori del personale paramedico sono stati uccisi oggi in un raid effettuato da Israele sulla città di al-Bazouriya.
Tel Aviv ha invece affermato di aver distrutto un complesso militare di Hezbollah, e il primo ministro Benjamin Nethanyahu ha ribadito durante una visita ai soldati schierati al confine con il Libano la volontà di rispondere ad ogni azione ostile: "La chiave per tornare alla pace è respingere Hezbollah oltre il fiume Litani".
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