Otto migranti sulla nave Libra nonostante due nuovi stop dei giudici ai trasferimenti in Albania
Prosegue lo scontro tra governo magistratura sui migranti. Dal tribunale di Catania è arrivata lunedì una nuova bocciatura ai respingimenti dal territorio italiano, proprio mentre altri otto richiedenti asilo venivano fatti salire a bordo della nave Libra della Marina militare, che potrebbe partire nei prossimi giorni verso l'Albania, a meno di ulteriori pronunce dei giudici.
Il tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento di tre cittadini egiziani e due bangladesi arrivati a Pozzallo. Nelle motivazioni, il presidente della sezione immigrazione, Massimo Escher, ha spiegato che la lista dei Paesi sicuri stilata dal Governo lo scorso 21 ottobre "non esime il giudice dall’obbligo di verificare la compatibilità di tale designazione con il diritto europeo" proprio per via dell’adozione della procedura accelerata che comprime i diritti del richiedente asilo.
A prevederlo è la sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, che ha sancito il principio secondo il quale un Paese può dirsi sicuro solo se è ritenuto come tale ovunque. Egitto e Bangladesh, pertanto, non sono da ritenersi sicuri secondo i magistrati, che sottolineano che nel paese nordafricano è in vigore la pena di morte, sono frequenti le detenzioni arbitrarie, la violazione dei diritti umani e l'uso della tortura.
Ma la decisione di Catania non è stata l'unica doccia fredda di inizio settimana per l'esecutivo. Il Tribunale di Roma ha sospeso l’efficacia del diniego della richiesta di asilo di uno dei dodici migranti che erano stati trasferiti in Albania. Il decreto Paesi sicuri è stato rinviato alla Corte di giustizia Ue sollecitando una risposta urgente, una pronuncia simile a quella del Tribunale di Bologna della scorsa settimana, che interroga i giudici di Lussemburgo sulla possibilità da parte di un legislatore di poter designare direttamente, con un atto legislativo primario, un Paese terzo come "sicuro".
Lo scontro politico alimenta la preoccupazione dei magistrati
Le bocciature della magistratura hanno fatto scattare la replica degli alleati di maggioranza. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato che "per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia". Fratelli d'Italia ha detto che "spetta allo Stato individuare i Paesi sicuri" e "la decisione dei giudici del Tribunale di Catania appare perseguire l'unico fine di ostacolare qualsiasi azione volta a contrastare l'immigrazione illegale di massa".
Puntuale la risposta del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, che ha rinnovato la sua preoccupazione: "Questa insofferenza nei confronti del potere giudiziario sembra allargarsi a macchia d'olio". "La funzione giudiziaria deve essere rispettata per quello che è, un potere indipendente dal governo che non può soggiacere alle attese del governo", ha aggiunto.
A Lampedusa pronti per un nuovo trasferimento
Intanto a Lampedusa la nave Libra si prepara a un nuovo trasferimento verso l'Albania. Nonostante lo scontro con la magistratura, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, si è detto "fiducioso" che "le operazioni possano riprendere".
Otto migranti sono già sulla nave. Dopo un primo screening salperanno alla volta del porto di Shengjin, nella costa settentrionale dell'Albania. La data di partenza, tuttavia, non è stata ancora ufficializzata: l'obiettivo sembrerebbe quello di avere almeno trenta o quaranta richiedenti asilo a bordo. Obiettivo che si conta di centrare entro pochi giorni visti i continui avvistamenti di barchini che, complice il bel tempo e il mare calmo, hanno intrapreso la via del Mediterraneo centrale in direzione Lampedusa.
Il trasferimento avverrà "quando ci saranno le condizioni, quindi anche l’intercettazione di migranti in mare e il pre-screening, che individuerà le persone eleggibili per andare in Albania», ha dichiarato il ministro Piantedosi.
Il centro per migranti di Gjader, realizzato nell'ambito del protocollo Italia-Albania, potrebbe tornare operativo entro questa settimana, a meno di ulteriori pronunce dei giudici. Il primo trasferimento, lo scorso 16 ottobre, aveva visto a bordo in tutto 16 migranti: quattro sono rientrati subito in Italia per motivi sanitari, gli altri lo hanno fatto a seguito della sentenza del Tribunale di Roma che non aveva convalidato il trattenimento, decisione che aveva spinto il governo della premier Giorgia Meloni ad approvare in tutta fretta la nuova, e discussa, lista dei Paesi sicuri.
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