Medio Oriente, 19 morti negli attacchi di Israele, Idf: "Colpiti 50 obiettivi tra Gaza e Libano"
Gli attacchi israeliani hanno provocato 19 morti nella Striscia di Gaza nelle prime ore di sabato. Ad affermarlo sono la protezione civile della Striscia e l'emittente qatariota Al Jazeera, che cita fonti sul campo.
Un primo attacco dell'Idf ha colpito la scuola Fahd al Sabah che ospitava gli sfollati palestinesi nel quartiere Tuffah, a Gaza City, nel nord della Striscia. Almeno altre nove persone sono poi state uccise in un bombardamento israeliano sul campo profughi di Al Mawasi, non lontano da Khan Yunis, nel sud di Gaza.
Altri quattro palestinesi sarebbero stati uccisi in due attacchi separati nella città di Beit Lahiya, nel nord di Gaza.
In Libano invece sono stati segnalati almeno cinque attacchi aerei nella periferia meridionale della capitale Beirut. L'area è già stata pesantemente colpita dall'inizio del conflitto tra Israele ed Hezbollah. La maggior parte dei residenti ha abbandonato le proprie case ma secondo Al Jazeera ci sono ancora diverse persone rimaste nella zona e si teme arrivino notizie di vittime nelle prossime ore.
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato di aver colpito oltre 50 obiettivi tra la Striscia di Gaza e il Libano nelle ultime 24 ore. "Le truppe dell'Idf continuano l'attività operativa nell'area di Jabaliya", ha scritto l'esercito su Telegram. Anche "nell'area di Rafah i soldati continuano l'attività operativa, eliminando terroristi, localizzando armi e smantellando infrastrutture terroristiche".
La carestia è imminente nel nord della Striscia di Gaza
Intanto cresce sempre più la preoccupazione di una carestia imminente nel nord della Striscia. Venerdì il Famine Review Committee, l'organo dell'Onu che conduce analisi sullo stato della sicurezza alimentare e sulla carestia in un Paese, ha definito la situazione nel nord della Striscia “estremamente grave e in rapido deterioramento” e ha affermato che tutti gli attori della guerra devono agire immediatamente “entro giorni e non settimane” per evitare un disastro umanitario.
Secondo il comitato, la situazione è ulteriormente degenerata dopo la designazione da parte di Israele del nord di Gaza come zona di combattimento e l'ordine di evacuazione dell'intera popolazione, quando l'Idf ha lanciato a ottobre una nuova offensiva nell'area, per impedire alle unità di Hamas di raggrupparsi lì.
Da allora la quantità di aiuti in entrata a Gaza è diminuita in modo significativo, con soli 71 camion al giorno a fare il loro ingresso nella Striscia a fine ottobre.
"Si chiede un'azione immediata e questa azione è richiesta a tutti coloro che partecipano direttamente al conflitto o che hanno influenza sulla sua condotta, per evitare e alleviare questa situazione catastrofica”, ha dichiarato Stephanie Tremblay, portavoce associato del Segretario generale delle Nazioni Unite.
L'allerta fa seguito a un rapporto pubblicato a ottobre dalla commissione, secondo il quale i palestinesi dell'intero territorio devono fronteggiare una grave insicurezza alimentare.
Venerdì, Israele ha informato gli Stati Uniti che intende aprire un nuovo valico per gli aiuti a Kissufim, per facilitare le consegne nel sud di Gaza.
Il Qatar caccia Hamas da Doha su richiesta degli Usa
Il Qatar ha detto ad Hamas di chiudere il suo ufficio diplomatico a Doha, su richiesta degli Stati Uniti, secondo quanto riferito da diversi funzionari dell'amministrazione Biden al quotidiano Times of Israel.
Per gli Usa la presenza del gruppo islamista nel Paese non è più accettabile dopo il no all'ultimo accordo promosso da Washington per la liberazione degli ostaggi, ha dichiarato un alto funzionario statunitense all'agenzia di stampa Reuters.
I funzionari di Hamas sono a Doha dal 2012 dopo che i precedenti governi degli Usa hanno stabilito che fosse importante avere un canale di comunicazione con il gruppo terroristico.
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