Naufragio a Lampedusa: governo contro i trafficanti, insorgono le opposizioni

Le ricerche dei dispersi in seguito all'ultimo naufragio al largo della costa dell'isola di Lampedusa - il più grave degli ultimi anni - sono riprese all'alba di giovedì.
Secondo le forze dell’ordine, al momento i morti accertati sono 27. La procura ha aperto un’indagine per naufragio colposo, mentre cresce la tensione tra governo e opposizione sulla responsabilità dell’ennesima tragedia in mare.
Meloni e Piantedosi: “Guerra ai trafficanti”
“Quando si consuma una tragedia come quella di oggi”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ”con la morte di decine di persone nel Mediterraneo, sorge in tutti noi un forte sentimento di sgomento e compassione. Ci troviamo di fronte all’inumano cinismo con cui i trafficanti organizzano questi viaggi”.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito: ”La tragedia è avvenuta nonostante la presenza di un dispositivo di soccorso attivo. È nostro dovere continuare, con determinazione e fermezza, a contrastare questo vergognoso commercio di vite umane”.
Le opposizioni e le ong all’attacco
Le opposizioni accusano il governo di ostacolare le operazioni di salvataggio. Nicola Fratoianni (Avs) ha detto: “I morti di oggi sono sulla vostra coscienza”. Angelo Bonelli ha denunciato le leggi che penalizzano chi salva vite. Per Riccardo Magi (+Europa), le responsabilità vanno cercate nelle politiche migratorie fallimentari, dagli accordi con la Libia ai Cpr in Albania.
Le ong intanto, sollevano interrogativi sulle tempistiche dei soccorsi. Per Sea-Watch, “il governo non combatte i trafficanti, ma favorisce un sistema che li arricchisce”. La portavoce Giorgia Linardi ha accusato l’esecutivo di segnalare i migranti solo per riconsegnarli alle “sedicenti guardie costiere nordafricane”.
Numeri in crescita
Secondo i dati del ministero dell’Interno, alla fine del 2024 gli arrivi erano calati del 57,74% rispetto all’anno precedente. Ma ora risultano in aumento: quasi 40mila migranti sono sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno. I Paesi di origine principali sono Bangladesh (circa 12mila persone), Eritrea ed Egitto.
Ancora troppo alto il numero dei dispersi: circa 600 nel 2025, contro i 1.810 del 2024. La tragedia di mercoledì si aggiunge a un lungo elenco, tra cui il naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, in cui persero la vita 94 persone.
CPR in Albania: governo, "avanti tutta"
Nonostante una recente pronuncia della Corte di Giustizia dell’Ue, che chiede un controllo giurisdizionale effettivo sulla designazione dei Paesi terzi come “sicuri”, il governo italiano mantiene la sua linea. Il Viminale ha confermato: “Le strutture in Albania, continueranno a funzionare come Cpr, basandoci sulla lista dei Paesi sicuri. In gioco c’è l’interesse nazionale”.
Posizione questa che, per ammissione dello stesso Piantedosi, non esonera il governo da eventuali ostruzioni da parte dei magistrati. Per la Corte Ue infatti gli Stati membri non possono considerare un Paese sicuro, se non offre una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione.
Il ministro Piantedosi ha aggiunto che l’entrata in vigore del nuovo Patto su migrazione e asilo, approvato da Parlamento e Consiglio europei, renderà più difficile per la magistratura contestare queste designazioni. “Dobbiamo resistere per dieci mesi”, ha detto, “poi il riconoscimento dei Paesi sicuri sarà molto più difficile da impugnare in sede giudiziaria”.
Today