Meloni al Meeting di Rimini: “Italia non più malato d’Europa”, critiche all’Ue e sfide globali

“L’Italia si è riappropriata del posto che le spetta nel mondo, non è più considerata il malato d’Europa”. Con queste parole la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto il suo atteso intervento al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, accolto da un auditorium gremito e da lunghi applausi.
L’Europa è stata al centro delle prime battute del discorso, con una riflessione sul futuro dell’Unione e sul ruolo che l’Italia intende giocare.
Meloni ha sottolineato che l’Unione europea “è sempre più condannata all’irrilevanza geopolitica, incapace di rispondere efficacemente alle sfide di competitività poste da Cina e Stati Uniti, come ha giustamente rilevato Mario Draghi da questo stesso palco”. Ha aggiunto che molte delle critiche oggi condivise dai leader europei, lei stessa le aveva sollevate in passato, subendo dure contestazioni: “Molte delle cose che ho sentito le ho dette anch’io per anni, venendo criticata da chi oggi si spella le mani”.
Politica estera: Ucraina, Israele e piano Mattei
La premier ha ribadito la volontà di tenere l’Italia in prima linea nelle grandi partite europee e internazionali: dalla sicurezza di Kiev, dove Roma ha proposto il modello “articolo 5” della Nato come garanzia di pace, al Medio Oriente, con la condanna dell’attacco di Hamas del 7 ottobre e la richiesta di un “cessate il fuoco” per fermare una reazione israeliana “andata oltre il principio di proporzionalità”.
Sul fronte internazionale, Meloni ha difeso la linea del governo. Ha rivendicato il sostegno militare e politico all’Ucraina, definendolo un contributo concreto alla pace. Dopo tre anni di guerra, "si sono aperti spiragli per un percorso negoziale, grazie all'eroica resistenza del popolo ucraino e al sostegno compatto che l'Occidente, l'Europa e l'Italia hanno garantito, nonostante un'opinione pubblica non sempre convinta".
La premier ha anche sottolineato l’importanza strategica del piano Mattei in Africa, della necessità di intervenire sui costi energetici per aiutare famiglie e imprese e di come sia necessario intraprendere, all’interno dell’Unione, una politica efficace per combattere il problema demografico.
Immigrazione, giustizia ed economia
Ampio spazio è stato dedicato anche ai temi interni. Meloni ha ribadito la linea dura sull’immigrazione: “Ogni tentativo di impedirci di governare il fenomeno verrà rispedito al mittente. Non c’è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di garantire la sicurezza dei cittadini, combattere gli schiavisti del terzo millennio e salvare vite umane”.
Ha poi toccato la questione giustizia, annunciando la prosecuzione delle riforme “nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati”, e la riforma fiscale: “Abbiamo avviato la revisione dell’Irpef, ora è tempo di fare di più e concentrare l’attenzione sul ceto medio”.
Famiglia, natalità ed educazione
Un capitolo importante del discorso ha riguardato la famiglia e la natalità, con l’annuncio di un piano casa a prezzi calmierati in collaborazione con Matteo Salvini: “Senza una casa è difficile costruirsi una famiglia. Faremo tutto il necessario per ricostruire una società amica della famiglia e della natalità, in cui la genitorialità sia protetta e sostenuta”.
Meloni ha infine insistito sul tema educativo, chiedendo un confronto senza pregiudizi: “L’Italia è rimasta l’unica nazione in Europa senza una vera parità scolastica. Dobbiamo garantire alle famiglie la libertà educativa, superando vecchie ideologie”.
A Rimini per rilanciare la sfida all'omologazione
Il Meeting di Rimini è simbolicamente un banco di prova politico e, allo stesso momento, un evento di forte impatto per Giorgia Meloni. Accolta dal presidente della Fondazione Bernhard Scholz, dal sindaco Jamil Sadegholvaad e dalla prefetta Giuseppina Cassone, la premier ha trovato un auditorium affollato, con migliaia di persone costrette a seguire l’intervento dai maxischermi allestiti nelle hall della Fiera.
“Grazie per questa accoglienza commovente”, ha detto, lasciando trasparire emozione davanti all’applauso della platea. In chiusura, il passaggio più personale: citando Eliot e Atreju, Meloni ha parlato della sfida contro l’omologazione e l’appiattimento identitario, invitando a costruire “un nuovo sistema di valori nei deserti fisici ed esistenziali del nostro tempo”. Un messaggio che intreccia politica e visione culturale, e che suggella il senso della sua partecipazione a Rimini.
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