Il governo ungherese ha fatto causa al Consiglio dell'Unione europea per gli aiuti all'Ucraina

Il governo ungherese ha intentato una causa presso la Corte di Giustizia del Lussemburgo contro il Fondo Europeo per la Pace (Epf), per i miliardi di euro di aiuti all'Ucraina, secondo quanto riportato dalla testata ungherese Portfolio.
L'Ungheria si oppone al fatto che i proventi dei beni congelati della banca centrale russa vengano messi a disposizione dell'Ucraina.
L'Epf, che fa parte del Consiglio dell'Unione europea, è lo strumento fuori bilancio di politica estera e sicurezza dell'Ue finalizzato a prevenire i conflitti.
L'Ucraina ha ricevuto oltre 11 miliardi di euro attraverso il programma Epf.
Il caso è stato originariamente portato davanti alla Corte di giustizia dell'Ue, ma è stato rinviato al Tribunale.
L'11 luglio di quest'anno il governo Orbán ha presentato la domanda alla Corte di Lussemburgo, che l'ha accolta per motivi formali e l'ha pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 25 agosto. Il caso è ora ufficialmente aperto.
Il 21 maggio 2024, il Consiglio ha adottato una decisione che stabilisce che il 99,7 per cento dei profitti netti derivanti dalla gestione dei beni congelati della banca centrale russa siano trasferiti al Fondo europeo per la pace.
Portfolio ricorda che l'Epf fornisce all'Ucraina, tra le altre cose, aiuti militari, armi e attrezzature.
Il caso potrebbe costituire un precedente a livello europeo
Secondo il governo ungherese, la procedura di cui sopra viola i principi del processo decisionale legittimo sanciti dai trattati istitutivi dell'Ue e il protocollo non riflette accuratamente il processo. L'Ungheria chiede al tribunale di annullare la decisione del Comitato direttivo dell'Epf del febbraio 2025, che prevedeva l'attuazione della decisione del Consiglio, e il verbale che registra la decisione.
Va notato che la decisione del Consiglio del 2024 stabiliva anche che i costi amministrativi dovevano essere coperti dalla stessa fonte, cioè non dovevano essere imposti costi aggiuntivi agli Stati membri.
Il caso potrebbe costituire un precedente proteggendo il potere di veto, secondo quanto riportato dai media ungheresi, ma potrebbero volerci anni prima che la corte raggiunga un verdetto.
Il governo ungherese, che mantiene relazioni cordiali con la Russia, ha una storia di regolare ostacolo al sostegno dell'Ue all'Ucraina, il che ha creato tensioni nei rapporti tra Budapest e diversi altri Paesi europei, oltre che con la Commissione Ue.
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