Usa, no al Ponte di Messina nelle spese Nato, l'Italia replica: "Non previsti fondi per la difesa"

Gli Usa rifiutano l’inserimento dei costi relativi al Ponte di Messina tra le spese militari Nato, secondo un'intervista all'ambasciatore Usa presso l'Alleanza atlantica, Matthew Whitaker, pubblicata martedì da Bloomberg.
L'agenzia di notizie riporta che gli Usa non approvano qualsiasi forma di “contabilità creativa da parte degli alleati europei” per raggiungere l’obiettivo della spesa militare fissato dalla Nato lo scorso giugno.
"Ho avuto conversazioni anche con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa", ha spiegato Whitaker, che ha messo in guardia l'Italia dal "conteggiare il ponte sullo Stretto come spesa militare".
Il Ponte di Messina non può rientrare nel 5% del Pil in difesa
Al vertice annuale dell’Aia, lo scorso giugno, l'Italia e gli altri 31 Paesi membri della Nato, si sono impegnati ad aumentare le spese militari nazionali al dal 2 al 5 per cento del Pil entro il 2035.
Questo 5 per cento dovrebbe essere diviso tra un 3,5 per cento in spese dirette e un 1,5 per cento in infrastrutture a supporto della difesa.
Il governo italiano ha ipotizzato di inserire tra quest'ultimo tipo di investimenti il ponte progettato tra la Calabria e la Sicilia, che ha un costo stimato di 13,5 miliardi di euro classificandolo come relativo alla difesa.
Negli ultimi mesi esponenti del governo, tra cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) Matteo Salvini, hanno parlato di un’opera “dual use”, cioè con funzioni militari e civili, lasciando ai ministri della Difesa e dell'Economia, Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti, la decisione sui cosa includere nell'aumento delle spese militari richiesto dalla Nato.
Usa, il Ponte di Messina "non ha alcun valore strategico militare"
L'ambasciatore Whitaker, rispondendo a una domanda specifica al Bled Strategic Forum in Slovenia, ha detto che il Ponte di Messina "non ha alcun valore strategico militare".
"La cosa positiva di questo momento alla Nato rispetto al vertice del Galles del 2014 è che abbiamo dei meccanismi di monitoraggio", ha proseguito il diplomatico statunitense che in merito ha ricevuto mercoledì una replica del Mit.
"Il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa", si legge nel comunicato, "l'eventuale utilizzo di risorse Nato non è all'ordine del giorno e, soprattutto, non è una necessità irrinunciabile. L'opera non è in discussione".
Today