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Onu, dieci premi Nobel e oltre 200 leader chiedono limiti globali all’intelligenza artificiale

• Sep 23, 2025, 5:04 AM
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In occasione dell’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York è stata presentata un’iniziativa che invita i governi a concordare, entro il 2026, “linee rosse” condivise sull’uso dell’intelligenza artificiale.

L’obiettivo è vietare in modo vincolante gli impieghi considerati troppo dannosi per essere consentiti in qualsiasi circostanza.

Dieci premi Nobel tra i firmatari

Tra i promotori spiccano dieci premi Nobel, affiancati da figure di rilievo internazionale come l’ex premier italiano Enrico Letta, l’ex presidente irlandese e Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Mary Robinson, e gli eurodeputati Brando Benifei e Sergey Lagodinsky. All’appello hanno aderito anche leader tecnologici, tra cui il co-fondatore di OpenAI e un direttore dell’ingegneria di Google.

Secondo i firmatari, senza regole globali l’umanità si espone a minacce generate dall’AI: dalle pandemie artificiali alla disinformazione di massa, fino a violazioni sistematiche dei diritti fondamentali e alla perdita del controllo umano sui sistemi più avanzati.

L’iniziativa ha raccolto un sostegno senza precedenti: oltre 200 personalità e 70 organizzazioni provenienti dal mondo politico, scientifico, dei diritti umani e dell’industria, tra cui Google DeepMind e Anthropic.

Impatti sulla salute mentale

Il lancio dell’appello coincide con nuove preoccupazioni per gli effetti concreti dei chatbot già diffusi. Una ricerca pubblicata su Psychiatric Services ha mostrato che sistemi come ChatGPT, Claude e Gemini forniscono risposte incoerenti a domande sul suicidio: in alcuni casi rifiutano il dialogo, in altri offrono consigli adeguati, ma spesso generano risposte giudicate pericolose dagli esperti. Alcuni casi di suicidio sono stati collegati a interazioni con AI, accendendo interrogativi sulle responsabilità delle aziende.

Un fronte internazionale

Per i promotori, questi episodi dimostrano l’urgenza di fissare limiti chiari. La Nobel per la pace Maria Ressa ha avvertito del rischio di un “caos epistemico”, mentre Yoshua Bengio, tra i pionieri dell’AI, ha sottolineato i pericoli della corsa a modelli sempre più potenti. I sostenitori ricordano che divieti globali sono già stati introdotti in passato, ad esempio sulle armi biologiche, nucleari e sulla clonazione umana.

Pur apprezzando la normativa europea sull’AI, i firmatari avvertono che regolamenti nazionali o regionali non bastano per una tecnologia che supera le frontiere. Chiedono la creazione di un’autorità indipendente che vigili sull’applicazione delle “linee rosse”.

L’obiettivo è avviare negoziati per un trattato vincolante entro il 2026. Ahmet Üzümcü, ex direttore dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ha parlato di possibili “danni irreversibili all’umanità”. Tra i divieti indicati in via preliminare: impedire all’AI di lanciare armi nucleari, condurre sorveglianza di massa o impersonare persone reali.