La Commissione europea rinvia la decisione sulle quote dei richiedenti asilo

La Commissione europea non rispetterà la scadenza per l'adozione del Rapporto annuale sull'asilo e la migrazione nell'Ue nel corso dell'anno precedente, che servirà come base per le decisioni in materia.
"La Commissione si prenderà più tempo per mettere a punto il rapporto, che dovrebbe essere adottato presto, nelle prossime settimane", hanno dichiarato fonti interne a Euronews, spiegando che le consultazioni con gli Stati membri sono ancora in corso.
La Commissione era tenuta, in base al Regolamento sulla gestione della migrazione e l'asilo, ad adottare il rapporto entro il 15 ottobre e a trasmetterlo al Parlamento europeo e al Consiglio.
Cosa prevede il rapporto sulla migrazione nell'Ue
La relazione annuale europea sull'asilo e la migrazione presenterà una valutazione della situazione migratoria complessiva nei Paesi dell'Ue, che includa il numero di domande di asilo, il numero di persone a cui è stata concessa la protezione internazionale, gli ingressi irregolari e la capacità di accoglienza.
Il rapporto designerà alcuni Paesi dell'Ue come "sotto pressione migratoria", "a rischio di pressione migratoria" o "che si trovano ad affrontare una situazione migratoria significativa". Questa designazione aprirebbe la strada al cosiddetto meccanismo di solidarietà, in base al quale i richiedenti asilo verranno trasferiti in altri Stati membri.
Oltre al rapporto, la Commissione è chiamata a stabilire il cosiddetto "solidarity pool", per determinare il numero totale di richiedenti asilo da ricollocare e la quota che "spetta" a ogni Paese.
Insieme, il rapporto e il pool di solidarietà costituirebbero la base per sviluppare il sistema di "solidarietà obbligatoria" previsto dal Patto migrazioni e asilo, la grande riforma della politica migratoria adottata nel 2024.
Questa "solidarietà obbligatoria" deve essere fornita da ogni Stato membro in proporzione alla sua popolazione e al suo Pil totale. Ciò significa che ai Paesi dell'Ue più popolosi e più ricchi viene chiesto di fare di più per gestire il sistema complessivo di asilo dell'Ue.
La Francia è il primo Paese dell'Ue per richieste d'asilo
Secondo il nuovo sistema, i governi degli Stati membri dell'Ue potranno scegliere tra tre opzioni per soddisfare le esigenze delineate nel "solidarity pool": ricollocare un certo numero di richiedenti asilo sul proprio territorio, pagare 20mila euro per ogni persona non ricollocata o finanziare il sostegno operativo negli Stati membri sotto pressione migratoria. Secondo il regolamento, ogni anno il "solidarity pool" deve comprendere almeno 30mila ricollocamenti e 600 milioni di euro di contributi finanziari.
Una volta proposto dalla Commissione, il "solidarity pool" annuale deve essere approvato dagli Stati membri dell'Ue, che possono respingere la proposta solo a maggioranza qualificata: almeno 15 Paesi su 27, che rappresentano almeno il 65 per cento della popolazione totale dell'Ue, devono cioè dire no.
Criticando il mancato rispetto della scadenza da parte della Commissione, la socialista tedesca Birgit Sippel, una delle principali eurodeputate nei negoziati sul patto migratorio, ha annunciato sui social media la richiesta di una riunione urgente della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.
Secondo l'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo, la Germania non è più il primo Paese europeo per numero di richieste di asilo nella prima metà del 2025. Francia (78mila) e Spagna (77mila) hanno ricevuto più domande della Germania, che negli ultimi anni è stata la principale destinazione dei richiedenti asilo.
La Spagna è il Paese dell'Unione che ha concesso il maggior numero di riconoscimenti di protezione ai richiedenti asilo nel secondo trimestre del 2025 (16.060, 24,4 per cento del totale Ue), davanti alla Francia (14.220, 21,6 per cento), alla Germania (13.450, 20,5 per cento) e all'Italia (7.360, 11,2 per cento).
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