Roma: ordigno fa esplodere l'auto del giornalista Sigfrido Ranucci, dura condanna dalla politica

Giovedì sera l'auto di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore del programma Rai Report, e quella di sua figlia sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme a Campo Ascolano, alle porte di Roma. La notizia è stata confermata dallo stesso giornalista che vive da anni sotto scorta dopo le ripetute minacce ricevute in seguito ai suoi lavori d'inchiesta.
"Questa notte un ordigno è stato piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. L'auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto", si legge in un post pubblicato online. "La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento", continua il messaggio.
Secondo quanto si apprende, sul posto sono intervenuti i carabinieri, la Digos, i vigili del fuoco e la scientifica. Il pm dell'antimafia di Roma Carlo Villani, coordinato dall'aggiunto Ilaria Calò, indaga per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell'ordine.
"Lei ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell'accaduto - ha fatto sapere ancora il giornalisti. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell'esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice", ha detto Ranucci parlando con l'agenzia Ansa.
Solidarietà a Ranucci da tutta la politica italiana
"Piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere", ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una nota diffusa da Palazzo Chigi.
"Ci auguriamo che le indagini siano veloci e che si sappia subito la verità su quanto accaduto, su chi ha commesso l'attentato. Il dovere più urgente che abbiamo, soprattutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma", ha scritto il leader di Avs Nicola Fratoianni di Avs. "Ogni mezza frase, ogni parola a metà può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo. Con Ranucci, con la sua famiglia e con tutta la redazione di Report", ha concluso Fratoianni.
"L'attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d'inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d'inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato. A Sigfrido Ranucci e sua figlia voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Partito Democratico", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein
"Esprimo a Sigfrido Ranucci tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza insieme a quella di tutta Roma per l'inaudito atto intimidatorio che ha colpito lui e la sua famiglia. Un gesto vile e inaccettabile che rappresenta un attacco alla libertà di stampa e al diritto di essere informati", ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Chi colpisce un giornalista colpisce la democrazia. Mi auguro sia fatta al più presto piena luce su questo inquietante episodio", ha continuato Gualtieri.
"Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia", ha scritto il sindacato Usigrai in un comunicato diffuso poche ore dopo l'attentato.
"Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d'inchiesta - prosegue la nota del sindacato - Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d'odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura - da parte della seconda carica dello Stato - a definire i colleghi di Report "calunniatori seriali", senza che né il conduttore né l'azienda prendessero le distanze. Una campagna d'odio contro il giornalismo d'inchiesta che deve finire".
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