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In Europa un minorenne su quindici vittima di abusi sessuali

• Oct 16, 2025, 9:24 AM
6 min de lecture
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Secondo uno studio condotto dall'istituto di ricerca scozzese Childlight in 33 Paesi europei, un bambino su quindici in Europa è stato vittima di stupro o violenza sessuale. In particolare, circa il 4,7 per cento riferisce di aver subito uno stupro prima dei 18 anni e il 7,4 per cento una violenza sessuale.

L'incidenza sembra essere significativamente più alta tra le ragazze (9,7 per cento) che tra i ragazzi (3,9 per cento), e le violenze si verificano spesso all'interno della famiglia: il 7,6 per cento ha subito aggressioni da un membro della famiglia prima della maggiore età.

Nel 2023, i servizi telefonici di sostegno all'infanzia hanno riportato oltre 33mila chiamate relative a sfruttamento o abusi sessuali su minori. Il rapporto fa riferimento in questo senso a servizi per i quali il personale documenta e categorizza ogni contatto (chiamate, messaggi o altre forme di comunicazione) nei propri database.

I Paesi Bassi hanno il più alto numero di casi di violenza sessuale tra i Paesi esaminati, con 5.819 eventi, mentre il Regno Unito si è classificato come il luogo principale per lo "sfruttamento e l'abuso sessuale dei minori facilitato dalla tecnologia". L'Irlanda è invece la nazione con il maggior numero di casi sullo sfruttamento sessuale commerciale (offline): 227. Ma il fenomeno sta diventando sempre più significativo anche online.

Nel quadro di un sorprendente aumento globale degli abusi generati dall'intelligenza artificiale, cresciuti del 1.325 per cento tra il 2023 e il 2024, circa un bambino europeo su cinque è risultato esposto a contenuti sessuali indesiderati nell'ultimo anno. Inoltre, nello stesso periodo, uno su sette ha riferito di aver avuto interazioni sessuali online indesiderate o forzate.

In Europa, le piattaforme web ospitate dai Paesi Bassi sono state responsabili di ben il 60 per cento delle segnalazioni di materiale pedopornografico. Il Paese ha anche il più alto tasso di segnalazioni ogni 10mila persone (880,9 eventi), seguito da Slovacchia (193,7) e Lituania (190,0).

"Chiediamo che i Paesi pongano l'interesse del bambino in primo piano e stabiliscano una normativa che dia il potere a un organo di governo di stabilire standard che tutelino i minorenni, sensibili al genere e inclusivi per la sicurezza dei bambini negli spazi online, nonché le conseguenze in caso di mancato rispetto di tali standard", si legge nel rapporto.

Perché i Paesi Bassi sono uno dei principali luoghi di diffusione della pedopornografia online

Secondo Childlight, i dati relativi ai Paesi Bassi sono così negativi a causa di diversi fattori, tra cui "il ruolo del Paese come hub globale per i centri di elaborazione dati e i nodi di scambio Internet, la portata e l'apertura del suo mercato di hosting e le potenziali differenze nei modelli commerciali o nelle procedure di rimozione".

Nel 2024, il Senato della nazione europea ha approvato una nuova legge che impone alle società di hosting di rimuovere dai server il materiale pedopornografico online, l'Eradication of Online Child Pornographic Material Act. La mancata cancellazione di tali contenuti può comportare una multa fino al "10 per cento del fatturato dell'azienda in caso di ripetute violazioni".

I nuovi sforzi legislativi saranno rafforzati dal recente ingresso dei Paesi Bassi nel Global Online Safety Regulatory Network, gruppo di Paesi che comprende, tra gli altri, il Regno Unito, la Francia, la Corea del Sud e l'Australia, per aumentare la collaborazione tra le autorità di regolamentazione della sicurezza online.

Inoltre, nel 2025, la polizia olandese ha preso parte a due massicce operazioni contro gli abusi sessuali su minori online. La prima contro i contenuti sessuali generati dall'intelligenza artificiale; la seconda volta a eliminare Kidflix, piattaforma pedofila con quasi due milioni di utenti.

L'operazione, che ha portato a 79 arresti e all'identificazione di quasi 1.400 sospetti, è stata definita da Europol come la più grande operazione di sempre contro lo sfruttamento sessuale dei minori.

L'Unione europea e la polemica sui controlli sulle chat private per contrastare gli abusi

Dal 2022 i legislatori europei stanno cercando di imporre un giro di vite agli abusi sessuali sui minori con proposte per aumentare la sorveglianza online. In particolare, uno dei punti della cosiddetta legge sul controllo delle chat sarebbe quello di obbligare le app di messaggistica istantanea, come WhatsApp, Telegram e Signal, a scansionare le conversazioni criptate alla ricerca di immagini, video e url che possano contenere contenuti pedopornografici.

Tuttavia, in una delle ultime tornate di negoziati, il mese scorso, gli Stati membri non sono riusciti a raggiungere un accordo, adducendo problemi di privacy e di "sorveglianza di massa". Il "no" della Germania è stato decisivo: la ministra della Giustizia Stefanie Hubig ha affermato che il controllo delle chat "deve essere un tabù in uno Stato di diritto".

Anche i Paesi Bassi si sono opposti alla proposta di legge, mentre Bulgaria, Danimarca, Francia, Ungheria e Irlanda avevano appoggiato l'idea.

Come si colloca l'Europa rispetto all'Asia meridionale?

Il rapporto Childlight analizza anche l'Asia meridionale, dove si stima che il 12,5 per cento dei bambini abbia subito stupri o violenze sessuali. Come in Europa, la percentuale è più alta tra le ragazze (14,5 per cento) rispetto ai ragazzi (11,5 per cento).

All'interno della regione, India, Bangladesh e Pakistan rappresentano 4,5 milioni di segnalazioni di abusi sessuali su minori. Il tasso più alto ogni 10mila persone, tuttavia, è stato riscontrato nelle Maldive (94), seguite dal Bangladesh con 64 e dal Bhutan con 41.


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