Adesione all'Ue di Ucraina e Moldova, ministra Esteri romena: "Irresponsabile il veto di Orbán"

La ministra degli Esteri romena Oana Țoiu ha dichiarato a Euronews che l'Unione europea deve continuare le riforme per accelerare il proprio processo di allargamento e superare il veto dei singoli Stati membri.
In un'intervista al programma 12 minutes with... alla ministra è stato chiesto se la procedura di adesione all'Unione europea della Moldova debba essere separata da quella dell'Ucraina, attualmente bloccato a causa del veto del primo ministro ungherese Viktor Orbán.
Le candidature di Kiev e Chișinău sono state congiunte da quando i due Paesi sono diventati candidati ufficiali, subito dopo l’invasione russa in Ucraina.
Il veto di Orbán ha però impedito alla Moldova di aprire la prima fase di negoziati.
Țoiu: "Irresponsabile il veto di Orbán sull'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea"
Țoiu, nominata capo della diplomazia rumena a giugno, ha sottolineato che il vero problema è lo stallo del processo di adesione dell'Ucraina.
"È ora di sbloccare [la candidatura] ucraina. Penso che sia molto importante adesso", ha detto, spiegando che sia la Moldova che l'Ucraina sono "molto più avanti di quanto l'Unione Europea riconosca".
La ministra ha descritto come "irresponsabile" il tentativo di Orbán di rallentare l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea.
"È chiaramente un problema se la volontà di ventisei paesi viene bloccata irresponsabilmente da un solo voto. Dobbiamo fare le riforme giuste", ha detto Țoiu.
António Costa propone di rimuovere il potere di veto dalle procedure di adesione all'Unione Europea
La questione dovrebbe essere discussa la prossima settimana, quando i leader si riuniranno per un vertice a Bruxelles.
Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha guidato gli sforzi delle ultime settimane per velocizzare l'adesione dell'Ucraina e per aggirare l'opposizione dell'Ungheria.
La proposta di Costa permetterebbe al blocco di aprire ogni fase della candidatura di un Paese, i cosiddetti "cluster negoziali", con l’approvazione di una maggioranza qualificata di Stati membri.
Ciò significherebbe il via libera di almeno 15 dei 27 Paesi dell’Unione Europea, rappresentanti almeno il 65 per cento della popolazione europea. Le regole attuali richiedono invece l’unanimità dei leader per ogni fase del processo.
Pressata sul fatto che il governo romeno sosterrà questa proposta, Țoiu non si è sbilanciata: "La Romania pensa che dobbiamo muoverci più velocemente e che non dobbiamo bloccare i processi decisionali collettivi."
Secondo una bozza delle conclusioni del vertice, visionata da Euronews, il testo non contiene una sezione specifica sull'allargamento.
Tuttavia, in relazione a Chișinău, il Consiglio "incoraggia la Moldova, il Consiglio e la Commissione a proseguire i lavori sul processo di adesione".
La prima fase dei negoziati sull'adesione di Ucraina e Moldova è stata bloccata dall'Ungheria
Budapest ha giustificato il proprio veto alla candidatura ucraina in diversi modi: dalla prosecuzione della guerra con la Russia alle preoccupazioni sulla sicurezza energetica, fino alla tutela della minoranza ungherese in Ucraina.
Per questo motivo, il primo cluster dei negoziati,quello dedicato ai principi fondamentali (democrazia, diritti umani, sicurezza, sistema giudiziario e appalti pubblici), non è stato avviato né con l’Ucraina né con la Moldova.
L’Unione Europea ha finora evitato di separare i percorsi di adesione dei due Paesi, temendo che una tale mossa possa indebolire Kiev e gli sforzi diplomatici per una pace in Ucraina.
Țoiu ha parlato a Euronews poche ore prima che il presidente Donald Trump annunciasse la sua intenzione di incontrare il presidente russo Vladimir Putin in Ungheria per cercare una soluzione al conflitto ucraino.
Tuttavia, cresce la preoccupazione che permettere al veto di Orbán di bloccare indirettamente la Moldova possa favorire il Cremlino.
Il partito europeista moldavo Pas della presidente Maia Sandu ha recentemente vinto le elezioni parlamentari nel Paese. Si teme però che un processo di adesione troppo lungo possa rafforzare le forze anti-europee nel Paese.
Today