La grazia a Netanyahu: tutto quello che c’è da sapere sul processo per corruzione in Israele
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente durante il suo processo per corruzione, segnando un episodio senza precedenti nella storia politica di Israele.
La richiesta ha provocato immediata indignazione tra i politici dell’opposizione e gli osservatori della giustizia, ma ha trovato anche consenso tra alcuni cittadini israeliani convinti della necessità di chiudere rapidamente questo capitolo giudiziario.
L’ufficio presidenziale ha definito la mossa “straordinaria” e con “implicazioni significative” per la reputazione del sistema giudiziario israeliano e la stabilità politica del Paese.
Accuse contro Netanyahu: frode, abuso di fiducia e tangenti
Netanyahu è l’unico primo ministro in carica nella storia di Israele a comparire in un processo penale. È accusato di frode, abuso di fiducia e corruzione in tre casi separati, che riguardano presunti scambi di favori con sostenitori politici e imprenditori di alto profilo, tra cui una compagnia di telecomunicazioni, un produttore hollywoodiano e un editore di giornali.
Le incriminazioni risalgono al 2019, dopo anni di indagini, e il processo è iniziato nel maggio 2020. Netanyahu respinge le accuse, definendo il procedimento una “caccia alle streghe”, e finora non è stato condannato in alcun caso.
Rinvii del processo e legami con i conflitti in Medio Oriente
Negli ultimi anni, Netanyahu ha più volte chiesto rinvii del processo, citando impegni diplomatici o problemi di sicurezza legati ai conflitti con Hamas, Hezbollah e Iran. Alcuni ritardi sono stati provocati dalle crisi politiche interne che hanno paralizzato Israele fino al suo ritorno in carica nel 2022.
La gestione del processo ha suscitato critiche anche da parte di famiglie di ostaggi a Gaza, che hanno accusato il premier di aver prolungato il conflitto per mantenere il potere.
Motivazioni della grazia e sostegno politico a Netanyahu
Il primo ministro ha dichiarato che la grazia potrebbe favorire la “riduzione delle tensioni e una riconciliazione nazionale” in un momento di cambiamenti significativi in Medio Oriente.
Alcuni ministri del suo governo, come il ministro della Difesa Israel Katz, hanno espresso sostegno alla richiesta. Anche l’ex presidente statunitense Donald Trump aveva sollecitato Israele a concedere la grazia, definendo il processo “politico e ingiustificato”, e Netanyahu ha citato il sostegno di Trump nella sua dichiarazione pubblica.
Critiche e polemiche: rischi per la democrazia israeliana
La richiesta di grazia ha suscitato forti critiche da parte dell’opposizione. I detrattori temono che possa indebolire le istituzioni democratiche e inviare un messaggio pericoloso, facendo percepire che alcune persone siano al di sopra della legge.
Secondo Yohanan Plesner, presidente dell’Israel Democracy Institute, la mossa non implica alcuna assunzione di responsabilità da parte di Netanyahu e potrebbe influenzare negativamente le norme pubbliche. L’ex leader dell’opposizione Yair Lapid ha sottolineato che la grazia non può essere concessa senza un’ammissione di colpa, espressione di pentimento e immediato ritiro dalla vita politica.
Procedura legale per la concessione della grazia in Israele
La richiesta di grazia non può fermare il processo in corso. Il percorso legale prevede che la domanda sia esaminata dal ministero della Giustizia e poi dal consulente legale dell’Ufficio del Presidente, che fornirà ulteriori pareri.
Secondo gli esperti, la grazia preventiva prima della condanna è estremamente rara e potrebbe minacciare lo Stato di diritto, compromettendo il principio di uguaglianza davanti alla legge.
Implicazioni per il sistema giudiziario e la politica israeliana
La richiesta di grazia di Netanyahu è destinata a tenere alta l’attenzione internazionale sul sistema giudiziario israeliano e sul futuro politico del Paese. L’esito della decisione presidenziale potrebbe avere conseguenze profonde sul rapporto tra potere politico e magistratura, sul controllo democratico e sulla percezione di equità davanti alla legge in Israele.
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