Dopo attacco alla Flotilla a Tunisi le opposizioni chiedono che Meloni riferisca in Aula

Le autorità tunisine hanno smentito che a colpire la Family Boat della Global sumud flotilla, ormeggiata nel porto di Sidi Bou Said sia stato un drone, come riportato dall'organizzazione. A bordo dell'imbarcazione si trovava il comitato direttivo, tra cui l'attivista Greta Thunberg.
In Italia le opposizioni hanno chiesto all'Ue e ai governi dell'Unione di tutelare la missione. A nome dell'escutivo il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che non spetta all’Italia svolgere le indagini.
Le opposizioni tornano a chiedere garanzie di sicurezza per la missione
Dopo l’appello dei giorni scorsi, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha ribadito la necessità che siano i governi e l’Unione europea a tutelare la missione umanitaria ribadendo la piena “Solidarietà a Global Sumud Flotilla”.
Sulla stessa linea il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, che attacca: “È un paradosso che cittadini che portano avanti un progetto umanitario vengano trattati da terroristi, mentre un governo criminale riceve tutti gli onori senza alcuna misura concreta, dall’ embargo totale delle armi a provvedimenti finanziari ed economici”.
“Meloni venga in aula a riferire”
Martedì, in apertura di seduta alla Camera, Avs, Pd e M5s hanno chiesto che venga garantita la copertura diplomatica ai partecipanti e che la premier Giorgia Meloni venga in Aula a riferire come intende tutelare la sicurezza dei volontari italiani presenti sulla Global Sumud Flotilla.
"Quello che è avvenuto stanotte - ha detto Andrea Quartini (M5s) - è di una gravità inaudita. Da un drone è partito un attacco contro una barca che rappresenta 44 Paesi in una missione umanitaria". E ha aggiunto: "Servono sanzioni. Non si può far finta di nulla".
Tajani: ”Non spetta all’Italia fare indagini”
La replica del governo, attraverso le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani, non si è fatta attendere: “Non sappiamo cosa sia successo realmente, non spetta all’Italia fare le indagini”.
"Si tratta di una nave portoghese, battente bandiera portoghese - ha detto il ministro - per una vicenda che è accaduta in acque territoriali tunisine. Come Italia non abbiamo alcuna competenza, non ci sono nemmeno italiani coinvolti o feriti, quindi non possiamo fare nulla. Aspettiamo e vediamo quello che succede".
L’incidente avvenuto in acque tunisine
Nella notte tra lunedì e martedì, l’imbarcazione con a bordo il comitato direttivo della Flotilla è stata colpita da un drone, secondo il racconto fornito dagli stessi attivisti a bordo, secondo i quali l’obiettivo dell’attacco era colpire una tanica di diesel a bordo.
Al momento dell’incidente la barca, lunga 35 metri e battente bandiera portoghese, si trovava in acque tunisine. Un video postato online mostra un lampo e del fumo in prossimità della parte anteriore dell’imbarcazione.
Equipaggio Flotilla: "Non ci lasceremo scoraggiare"
In un punto stampa a Tunisi, alcuni membri dell’equipaggio hanno dichiarato: "Si è trattato di un attacco vergognoso, non ci lasceremo scoraggiare". “Due di noi - hanno raccontato - si trovavano in coperta quando il drone è rimasto sospeso a circa tre, quattro metri sopra le nostre teste. Poi lo abbiamo visto spostarsi verso la parte anteriore del ponte.
È rimasto fermo per qualche secondo, sopra i giubbotti di salvataggio, e poi ha sganciato l’ordigno. Subito dopo è divampato un incendio a bordo. Abbiamo preso gli estintori e siamo riusciti a domare le fiamme. Fortunatamente, tutti sono rimasti illesi".
Gli organizzatori della missione, che ha come obiettivo portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, hanno confermato che tutti i passeggeri e l’equipaggio sono al sicuro e che l’itinerario resta invariato. Resta da capire se l’equipaggio della Family Boat continuerà la spedizione a bordo delle altre imbarcazioni che compongono la Flotilla.
Albanese: “Se confermato coinvolgimento Israele, attacco alla sovranità tunisina”
Il ministero degli Interni di Tunisi non crede all’ipotesi del drone, che per gli attivisti rappresenta un atto di sabotaggio da parte di Israele, e avanza invece l’ipotesi di un incendio accidentale a bordo.
La Guardia nazionale tunisina aveva dichiarato di non aver rilevato alcun drone: "Secondo i primi accertamenti si è verificato un incendio nei giubbotti di salvataggio a bordo di una nave ancorata a 50 miglia dal porto di Sidi Bou Said e proveniente dalla Spagna".
La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, durante un punto stampa a Tunisi, ha detto di non sapere cosa possa essere accaduto ma che “non saremmo sorpresi se fosse stato Israele”. Se confermato, ha aggiunto, si tratterebbe di “un attacco alla sovranità tunisina”.
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