Gaza, oltre 100 palestinesi uccisi in 24 ore: cresce la pressione internazionale su Israele

Almeno 100 palestinesi sono stati uccisi e oltre 500 feriti nelle ultime 24 ore mentre gli attacchi israeliani proseguono in tutta la Striscia di Gaza, nonostante le crescenti pressioni e condanne internazionali sulla condotta di guerra di Israele.
Il ministero della Sanità di Gaza riferisce che solo negli ultimi bombardamenti aerei, condotti in varie aree dell’enclave, sono morte almeno 69 persone.
Testimoni oculari segnalano raid nel nord, vicino a Gaza City, dove lunedì mattina un attacco israeliano ha ucciso cinque giornalisti di Al Jazeera, scatenando un’ondata di critiche.
Secondo il ministero, controllato da Hamas, altri 31 civili sono stati colpiti mentre si recavano a punti di distribuzione di aiuti alimentari. Si tratta dell’ultimo episodio in una serie di attacchi che hanno interessato l’operazione di aiuto statunitense sostenuta da Israele, pensata per sostituire in parte i tradizionali canali di distribuzione delle Nazioni Unite.
L’iniziativa, gestita dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) con sede nel Delaware, è stata ripetutamente presa di mira. Testimoni affermano che soldati israeliani sparano regolarmente colpi d’avvertimento contro le folle di palestinesi dirette verso gli hub di distribuzione.
Israele sostiene che le sue truppe non prendono di mira intenzionalmente i civili e che gli spari servono solo come avvertimento. L’Idf afferma inoltre di non presidiare direttamente i siti della Ghf, protetti da una propria sicurezza privata, ma di mantenere un controllo dei perimetri fino a due chilometri di distanza.
La Ghf nega che nei suoi centri si siano verificati episodi di violenza mortale, pur ammettendo che “in rari casi” il personale di sicurezza ha usato gas lacrimogeni per sedare disordini nelle code. L’organizzazione afferma che, dall’avvio delle operazioni a fine maggio, ha distribuito milioni di pasti al giorno, dati che non è stato possibile verificare in modo indipendente poiché osservatori terzi sono esclusi dal programma Usa-Israele.
Le Nazioni Unite continuano a essere escluse dalla maggior parte delle operazioni umanitarie a Gaza dopo le accuse israeliane — non supportate da prove — secondo cui alcuni operatori dell’Unrwa avrebbero legami con Hamas e avrebbero contribuito al saccheggio degli aiuti. Di conseguenza, le attività dell’Onu si sono drasticamente ridotte con l’espansione del programma Ghf.
La carenza di aiuti ha aggravato una crisi umanitaria già estrema: l’Onu stima che almeno il 90 per cento dei due milioni di abitanti di Gaza sia a rischio carestia. Solo lunedì, cinque persone sono morte per fame, portando a 227 il numero complessivo delle vittime da malnutrizione dall’inizio della guerra, tra cui 103 bambini.
Dal 2023, il ministero della Sanità di Gaza ha registrato 61.599 morti palestinesi nell’offensiva israeliana. Le cifre non distinguono tra civili e combattenti, ma le Nazioni Unite affermano che più di due terzi delle vittime verificate erano donne e bambini.
Dichiarazione congiunta dell’Occidente
Il Regno Unito, insieme a 27 partner, in gran parte europei, ha diffuso una dichiarazione congiunta denunciando l’aggravarsi della carestia e le restrizioni alle Ong.
“La sofferenza umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli inimmaginabili. La carestia si sta manifestando sotto i nostri occhi. È necessaria un’azione urgente per fermare e invertire questa tendenza. Lo spazio umanitario deve essere protetto e gli aiuti non devono mai essere politicizzati.”
Il documento chiede a Israele di autorizzare “tutte le spedizioni di aiuti delle Ong internazionali” e di garantire “l’accesso sicuro e su larga scala” anche alle Nazioni Unite.
Tra i firmatari figurano, oltre al Regno Unito, Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Giappone, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera, insieme a rappresentanti dell’Unione europea, tra cui l'Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas.
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