Brasile, Bolsonaro voleva chiedere asilo in Argentina: trovati messaggi sul suo telefono

La polizia federale ha annunciato di aver trovato sul telefono dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro messaggi e documenti che dimostrano la sua intenzione di cercare rifugio politico in Argentina, nel pieno delle indagini sul presunto complotto golpista del 2023.
Tra gli elementi raccolti dagli inquirenti figura una lettera di 33 pagine, datata 10 febbraio 2024, indirizzata al presidente argentino Javier Milei. Nel documento Bolsonaro dichiarava di sentirsi perseguitato politicamente e di temere per la propria vita, chiedendo asilo politico “in regime di urgenza”.
Il file sarebbe stato salvato due giorni dopo le perquisizioni nella sua abitazione e nel suo ufficio a Brasília.
Il ruolo del figlio Eduardo
Secondo il rapporto di 170 pagine presentato dalla polizia, anche il deputato Eduardo Bolsonaro, figlio dell’ex presidente, sarebbe coinvolto. Gli investigatori hanno trovato conversazioni in cui padre e figlio discutevano strategie per ottenere sostegno politico internazionale, compreso quello dell’ex presidente statunitense Donald Trump.
Eduardo avrebbe riferito al padre di aver lavorato con “grande difficoltà” per assicurarsi appoggi a Washington, sottolineando che la pressione di Trump poteva rappresentare “l’unica possibilità” per evitare la prigione.
Ostruzione della giustizia e accuse più gravi
La procura brasiliana accusa Bolsonaro di ostruzione della giustizia, per aver violato le misure restrittive a lui imposte e diffuso contenuti ai suoi alleati con l’obiettivo di delegittimare le istituzioni democratiche, tra cui la Corte Suprema e il Congresso.
I pubblici ministeri sostengono inoltre che l’ex presidente e alcuni suoi collaboratori abbiano guidato un’organizzazione criminale con il fine di rovesciare il risultato elettorale e perfino di pianificare l’eliminazione fisica del presidente Luiz Inácio Lula da Silva e del giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes.
L’ombra della fuga
A rafforzare i sospetti di un piano di fuga c’è la rivelazione secondo cui, nei giorni successivi alle perquisizioni, Bolsonaro avrebbe trascorso due notti presso l’ambasciata ungherese a Brasília. L’episodio ha sollevato ipotesi di un tentativo di evitare l’arresto rifugiandosi in una sede diplomatica straniera.
La Corte Suprema del Brasile si appresta a pronunciarsi sul processo relativo al presunto colpo di Stato. La decisione è attesa tra il 2 e il 12 settembre, da parte di una commissione composta da cinque giudici.
Le nuove scoperte non saranno incluse nella sentenza imminente, ma rischiano di aprire un nuovo fronte giudiziario per l’ex presidente.
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