California: comportamento scorretto in carcere, negata la libertà condizionata a Erik Menendez

Erik Menendez si è visto negare la libertà condizionata. La commissione californiana, che ha deliberato, ha motivato la decisione con il suo comportamento scorretto protratto per decenni in carcere.
Condannato insieme al fratello maggiore Lyle per l’omicidio dei genitori José e Kitty Menendez a Beverly Hills nel 1989, Erik resterà dietro le sbarre almeno altri tre anni, quando potrà nuovamente presentare richiesta.
I due fratelli, detenuti nello stesso carcere di San Diego, avevano visto ridotta la loro pena lo scorso maggio, diventando immediatamente idonei alla libertà vigilata. L’udienza di Lyle è prevista per venerdì mattina.
La decisione della commissione e le motivazioni
Durante l’udienza durata tutto il giorno, i commissari hanno interrogato Erik Menendez sui motivi che lo portarono a commettere l’omicidio e sulle ripetute violazioni disciplinari in prigione. Nonostante il forte sostegno dei familiari, che hanno chiesto la scarcerazione, la commissione ha deciso che l’uomo resta un rischio per la sicurezza pubblica.
“Due cose possono essere vere: possono amarti e perdonarti, e puoi comunque essere giudicato non idoneo alla libertà vigilata”, ha dichiarato il commissario Robert Barton.
La decisione, ha precisato, non è legata tanto alla gravità del crimine quanto al comportamento carcerario, come l’uso reiterato di cellulari, definito “egoista” e indicativo del fatto che Menendez “crede che le regole non si applichino a lui”.
Precedenti penitenziari e accuse di cattiva condotta
Il passato penitenziario di Erik Menendez ha pesato notevolmente sulla valutazione. I commissari hanno ricordato episodi che vanno dalle accuse di collaborazione con una gang di detenuti, al possesso di droga, all’uso illegale di telefoni cellulari e alla partecipazione a una truffa fiscale.
Menendez ha ammesso di aver trascurato il rispetto delle regole per privilegiare la propria sopravvivenza, soprattutto quando non intravedeva possibilità di libertà. Ma la situazione è cambiata nel novembre 2024, quando il nuovo procedimento a Los Angeles ha riacceso la prospettiva di un rilascio condizionale.
“Ora le conseguenze significavano che stavo distruggendo la mia vita”, ha riconosciuto Menendez davanti ai commissari.
Il percorso personale e la difesa legale
La difesa di Erik Menendez ha sottolineato i cambiamenti positivi nella vita del detenuto. L’avvocata Heidi Rummel ha ricordato come il 2013 abbia rappresentato una svolta: “Ha trovato la sua fede, la sobrietà, e ha fatto una promessa a sua madre il giorno del suo compleanno. Non è stato perfetto, ma il progresso è stato notevole”.
Anche la commissaria Rachel Stern ha riconosciuto l’impegno di Menendez nell’aver creato un gruppo per detenuti anziani e disabili. Tuttavia, questi aspetti non sono bastati a convincere la commissione a concedere la libertà condizionata, viste le violazioni disciplinari passate e la percezione che Menendez non sia stato pienamente sincero con i suoi familiari.
Familiari e prossime udienze per i fratelli Menendez
Durante l’udienza in videoconferenza, più di una dozzina di parenti hanno espresso il loro sostegno emotivo a Erik e a suo fratello Lyle. Nonostante la vicinanza dei familiari, la decisione della commissione è stata netta.
Venerdì sarà la volta di Lyle Menendez, che comparirà anch’egli in videoconferenza per la sua udienza sulla libertà condizionata. Intanto, i fratelli hanno ancora pendente una petizione, presentata nel maggio 2023, che chiede la revisione delle loro condanne alla luce di nuove prove riguardanti presunti abusi sessuali subiti dal padre. Il percorso verso un possibile rilascio resta dunque ancora lungo e incerto.
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