Russia, metà del bilancio alla guerra: economia a rischio recessione

Il direttore di Sberbank, la più grande banca russa, Herman Gref, ha dichiarato che l’economia russa si trova in una fase di “stagnazione tecnica”.
“Il raffreddamento continua, lo possiamo vedere dal tasso di crescita del Pil. Il secondo trimestre può essere considerato come una stagnazione tecnica. I mesi di luglio e agosto mostrano sintomi abbastanza chiari del fatto che ci stiamo avvicinando allo zero”, ha affermato Gref durante il Forum economico orientale (Eef) in corso a Vladivostok.
Secondo Gref, uno dei fattori chiave per rilanciare l’economia è la riduzione del tasso di riferimento. “Per la fine dell’anno stimiamo un livello del 14 per cento. È sufficiente per far ripartire l’economia? Secondo noi no. Solo un tasso al 12 per cento o inferiore può stimolare la crescita, considerata l’attuale inflazione”, ha aggiunto, auspicando che la Banca Centrale russa eviti l’inizio di una vera e propria recessione.
Prestiti in calo e richieste di taglio dei tassi
Il rallentamento dei prestiti si registra in tutti i segmenti del mercato russo. Anche Alexander Shokhin, presidente dell’Unione degli industriali e imprenditori (Rspp), ha chiesto una riduzione dei tassi al 16 per cento, definendo “accettabile” un livello compreso tra il 10 per cento e il 12 per cento per il prossimo anno.
Lo scorso giugno, la Banca di Russia aveva abbassato il tasso di riferimento dal 21 per cento al 18 per cento, dopo aver rilevato un calo delle pressioni inflazionistiche.
Il ministro dello Sviluppo economico Maxim Reshetnikov, presente al Forum, ha avvertito che gli effetti del raffreddamento si rifletteranno nelle perdite delle imprese e in un ritardo nella ripresa degli investimenti.
Spese militari e bilancio in rosso
Il 10° Forum economico orientale (3-6 settembre) vede la partecipazione di delegazioni da 70 Paesi, inclusa quella del presidente Vladimir Putin, arrivato da Pechino. Ma sullo sfondo restano le difficoltà di Mosca: nel 2025 metà del bilancio statale sarà assorbita dalla guerra in Ucraina, con il 62 per cento della spesa militare classificata come segreta, secondo il ricercatore Janis Kluge dell’Istituto tedesco per gli affari di sicurezza internazionale. Dall’inizio dell’invasione, la spesa per esercito e armi è triplicata.
Il deficit di bilancio per il 2025 dovrebbe toccare i 4.900 miliardi di rubli, un livello record. Fonti governative riferiscono a Reuters che un aumento delle tasse sarà inevitabile, dato il calo dei proventi da petrolio e gas.
Effetti delle sanzioni e segnali interni di sfiducia
Secondo diversi osservatori, le sanzioni internazionali e gli attacchi ucraini a raffinerie e infrastrutture militari hanno iniziato a pesare sulla performance economica russa.
La stessa Banca Centrale ha riconosciuto che il Paese ha ormai sfruttato quasi tutte le capacità produttive, logistiche e infrastrutturali, così come le risorse umane disponibili, e ha bisogno di una pausa e di nuovi approcci per aumentare la produttività.
Intanto, a luglio, la quantità di contante in circolazione ha toccato un massimo storico di 16 mila miliardi di rubli, segnale che i cittadini stanno accumulando liquidità in previsione di ulteriori difficoltà economiche.
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