Elezioni in Moldova: il partito di Sandu vince e guarda all’Unione europea

In Moldova il partito europeista guidato dalla presidente Maia Sandu ha conquistato una nuova maggioranza ottenendo oltre il 50 per cento nelle elezioni parlamentari di domenica, considerate decisive per l’avvicinamento del Paese all’Unione europea.
Il Partito azione e solidarietà (Pas) si è attestato al 50,03 per cento per cento, lasciando dietro di sé le forze filorusse, guidate dal Blocco patriottico che ha ottenuto il 24,26 per cento.
Secondo le proiezioni, basate su i risultati definitivi, il Pas dovrebbe ottenere 53 seggi sui 101 del Parlamento, il Blocco 27 e i suo alleati 21 in totale (Alternativa 9, Partito nostro e Democrazia in casa sei).
Dall'Unione europea sono arrivate le congratulazione della presidente della Commissione. "La nostra porta è aperta. Saremo con voi passo passo nel vostro percorso", ha scritto Ursula von der Leyen sui social media.
Timori di contestazioni dell'opposizione filorussa in Moldova
Il voto apre la strada alla nomina di un nuovo primo ministro da parte della presidente. Il governo proposto dovrà ricevere il via libera dall’assemblea legislativa.
L’oppositore filorusso, Igor Dodon, ha invitato i sostenitori a radunarsi davanti al Parlamento per “difendere la vittoria” prima della proclamazione ufficiale. Ma alla fine è emerso chiaramente che la maggioranza dei seggi sarà nelle mani del partito di Sandu.
Un ruolo cruciale lo ha giocato ancora una volta la diaspora. Nel ballottaggio presidenziale dello scorso anno oltre 327mila moldavi all’estero avevano votato, l’82 per cento a favore di Sandu.
Dopo aver espresso il suo voto, la presidente ha ribadito che la Russia avrebbe “interferito massicciamente” nella campagna, spiegando di aver votato “per la pace” e per confermare che il futuro della Moldova è in Europa.
Irregolarità e allarmi bomba prima del voto in Moldova
La tensione è stata alta per tutta la giornata elettorale, segnata da denunce di irregolarità. Il ministero degli Esteri ha riferito di minacce di bomba rivolte a seggi in Romania, Spagna, Italia e Stati Uniti.
La polizia ha arrestato tre persone sospettate di appartenere ai servizi di sicurezza della Transnistria, accusate di voler provocare “destabilizzazioni e disordini di massa”. Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti materiali pirotecnici e infiammabili destinati a creare panico.
Sandu ha denunciato inoltre episodi di trasporto illecito di elettori verso i seggi esteri “in cambio di denaro” e schede sottratte per essere “reintrodotte già timbrate”.
Il leader del Pas, Igor Grosu, ha parlato di “tentativi enormi da parte della Russia di dirottare il voto”, sottolineando che le istituzioni moldave hanno lavorato per garantire sicurezza e regolarità.
Mosca ha respinto tutte le accuse, definendole “infondante”. Dodon, dal canto suo, ha negato l’esistenza di una “massiccia interferenza”.
Il premier Dorin Recean aveva avvertito nei giorni precedenti che la Russia stava spendendo milioni per condizionare le elezioni tramite acquisto di voti e attacchi informatici contro le infrastrutture statali. Le autorità hanno condotto centinaia di operazioni e arrestato decine di persone addestrate in Serbia per fomentare disordini.
Per Sandu, che ha tenuto sostanzialmente il 52,8 delle preferenze ottenute nel 2021, si tratta di un voto “storico”. “Questa è l’elezione più importante della nostra storia recente. Da essa dipende se consolidare la democrazia e avvicinarci all’Ue, o se lasciare che la Russia ci riporti in una zona grigia con rischi per l’intera regione”.
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