"Stop Destroying Videogames": cos'è l'iniziativa che ha raccolto oltre 1,4 milioni di firme nell'Ue

La petizione "Stop Destroying Videogames" ha raggiunto oltre 1,4 milioni di firme in tutta l'Unione europea.
Se verrà convalidata, la Commissione Ue dovrà esaminare questa iniziativa popolare e decidere se presentare o meno al Parlamento una proposta legislativa volta a impedire ai distributori di bloccare l'accesso ai loro videogiochi.
"È una forma di obsolescenza programmata. Molti videogiochi (...) hanno una componente online. E quando questa componente online viene disattivata, non dall'editore ma dal distributore del videogioco, il gioco diventa ingiocabile", ha dichiarato a Euronews Daniel Ondruska, rappresentante dell'iniziativa "Stop Destroying Videogames".
Il promotore fa l'esempio del gioco di corse online The Crew, lanciato nel 2014 dalla casa di produzione francese Ubisoft, che non è più accessibile dal 2024.
Ondruska condanna una pratica sempre più diffusa che, a suo avviso, mina la protezione dei consumatori e distrugge il patrimonio culturale.
"Tutto ciò che chiediamo è che quando il gioco viene sospeso, abbia un piano di fine vita per rimanere ragionevolmente giocabile. Non ci aspettiamo che sia completamente giocabile con tutte le caratteristiche, ma solo che il nucleo del gioco sia ancora giocabile per chi lo ha acquistato legalmente", spiega Daniel Ondruska.
"Non chiediamo la proprietà intellettuale, non chiediamo di monetizzare, non chiediamo di rivendere o cose del genere. L'unica cosa è che se compriamo un prodotto, vogliamo usare quel prodotto", aggiunge.
I lobbisti di Videogames Europe vogliono mantenere lo stop ai videogiochi
Videogames Europe, la lobby dell'industria videoludica europea, ha dichiarato in un comunicato a luglio che lo stop alla distribuzione di un gioco online "deve essere un'opzione per le aziende" quando non è più "commercialmente redditizio".
"Comprendiamo che ciò possa essere deludente per i giocatori, ma quando accade, l'industria garantisce che questi ricevano un ragionevole preavviso dei potenziali cambiamenti, in conformità con le leggi locali sulla protezione dei consumatori", ha affermato Videogames Europe nella dichiarazione.
La lobby aggiunge che salvare i videogiochi su server privati non è un'alternativa perché non ci sarebbe protezione dei dati, né rimozione dei contenuti illegali, né contrasto a quelli pericolosi.
Videogames Europe sostiene inoltre che ciò aumenterebbe i costi di creazione dei videogiochi ed eroderebbe i diritti di proprietà intellettuale.
Contattata da Euronews, Videogames Europe ha rifiutato la richiesta di intervista e ci ha rimandato al comunicato stampa.
Un'iniziativa popolare di successo
L'iniziativa popolare europea "Stop Destroying Videogames" è stata presentata il 19 giugno 2024 e lanciata il 31 luglio dello stesso anno. Aveva un anno di tempo per raccogliere un milione di firme all'interno dell'Unione europea e raggiungere una soglia minima in almeno sette Stati membri. L'obiettivo è stato raggiunto il 4 luglio scorso.
Da lunedì si è passati alla fase di verifica: gli Stati membri hanno ora tre mesi per controllare la validità delle firme.
La strada da percorrere è ancora lunga. Gli organizzatori dovranno poi sottoporre formalmente l'iniziativa all'esame della Commissione europea, che avrà sei mesi di tempo per dichiarare se intende agire o meno e presentare una proposta legislativa al Parlamento europeo. Se necessario, il testo dovrà comunque passare attraverso il processo di adozione nel diritto dell'Ue.
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