Aiuti a Gaza, la Global Sumud Flotilla rientra in porto a Barcellona per maltempo

La Global Sumud Flotilla, la più grande missione civile via mare mai organizzata per rompere il blocco navale israeliano che impedisce l'arrivo di aiuti umanitaria via mare nella Striscia di Gaza, è stata costretta a rientrare nel porto di Barcellona poche ore dopo la partenza, a causa del maltempo.
Durante la notte, il convoglio – composto da circa venti imbarcazioni con a bordo attivisti, volontari e operatori umanitari – ha affrontato venti sostenuti, che hanno reso rischiosa la navigazione, soprattutto per le barche più piccole. Gli organizzatori hanno spiegato che la decisione di tornare indietro è stata presa “per dare priorità alla sicurezza”, rinviando così l’avvio della missione a data da destinarsi.
Complessivamente, la missione umanitaria coinvolge decine di barche provenienti da 44 Paesi, con la partecipazione di figure di spicco come l’attivista per il clima Greta Thunberg, l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, e l’attore di Game of Thrones Liam Cunningham. L’iniziativa ha ottenuto anche il sostegno dell’attrice premio Oscar Susan Sarandon.
Lo straordinario impegno partito da Genova
Oltre alla partenza da Barcellona, la missione ha visto una straordinaria mobilitazione a Genova, dove l’associazione Music for Peace e i portuali del Calp hanno raccolto in appena cinque giorni oltre 300 tonnellate di aiuti, tra viveri e medicinali.
Questi aiuti sono stati caricati su quattro imbarcazioni, partite dal porto ligure verso Catania, dove si uniranno al resto della flottiglia. Altre derrate sono state imbarcate su navi cargo dirette in Sicilia. Durante la partenza, i portuali genovesi hanno lanciato un monito: “Se le nostre barche verranno ostacolate e se perderemo il contatto con gli equipaggi anche per soli 20 minuti, siamo pronti a bloccare tutto”.
Una missione simbolica e rischiosa
La Global Sumud Flotilla nasce con l’obiettivo di rompere l’assedio navale di Gaza e di aprire un corridoio marittimo umanitario per consegnare aiuti di prima necessità. L’iniziativa arriva mentre la popolazione dell’enclave palestinese affronta una catastrofica crisi umanitaria: secondo i dati del ministero della Sanità locale, più di 63mila persone sono morte in quasi due anni di guerra, e oltre 340 palestinesi – tra cui 124 bambini – hanno perso la vita a causa della malnutrizione. Il rischio concreto, secondo le Nazioni Unite, è che a soffrire la fame sia un numero crescente di persone.
Non è ancora chiaro quando le imbarcazioni potranno riprendere il viaggio da Barcellona. Intanto, il convoglio italiano attende di unirsi al resto della missione in Sicilia nei prossimi giorni, in attesa di condizioni meteorologiche più favorevoli.
Il ministro israeliano Ben-Gvir: "Li tratteremo come terroristi"
Intanto, come facilmente immaginabile, è arrivata la prima reazione da parte del governo di Israele. Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato al Jerusalem Post che gli attivisti saranno trattati come terroristi. Lo stesso membro del governo di Netanyahu ha presentato un piano che punta a bloccare la flotta e che prevederebbe l'arresto delle persone a bordo, con l'idea di mantenerli in condizioni di reclusione prolungata.
Today