Meloni al Senato in vista del Consiglio Europeo: ok alla difesa Ue ma d'accordo con gli Usa

"Ci troviamo alla vigilia di un Consiglio europeo che cade in un momento estremamente complesso per le vicende globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa dell'Occidente", ha detto martedì Giorgia Meloni al Senato, dove ha riferito in vista del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles.
Nell'intervento la premier ha toccato tutti i temi in agenda, dall'impegno militare per l'Ucraina al piano di riarmo europeo, fino ai rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump.
Meloni, no a soldati in Ucraina e una difesa Ue che sia solo riarmo
"Di fronte a proposte che rispettiamo ma non ci convincono", ha detto Meloni in aula, "l'invio di truppe italiane in Ucraina è un tema che non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee, proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Per la premier la difesa europea del futuro dovrà passare da migliori "operatività, servizi essenziali, infrastrutture energetiche, catene di approvvigionamento: tutte cose che non si fanno semplicemente con le armi", tanto da ripetere che il nome scelto per il piano "ReArm Europe sia un nome fuorviante per i cittadini".
"È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l'Europa e gli Stati Uniti. È giusto che l'Europa si attrezzi per fare la sua parte ma", ha detto Meloni, "il pilastro europeo della Nato deve affiancarsi al pilastro nordamericano, in un'ottica di complementarità strategica".
Per le sorti dell'Ucraina Meloni ha dunque salutato positivamente "lo sforzo avviato da parte del presidente Trump" con Kiev e Mosca, che ha tuttavia bacchettato per gli attacchi verbali lanciati al presidente della Repubblica Matterella "per la sola ragione di avere ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti".
Una sponda quella americana che la presidente del Consiglio ha cercato nello sfumare la posizione Italia verso l'Europa anche in ambito commerciale.
Cosa ha detto la premier sulla guerra dei dazi lanciata dagli Usa
"E' importante che questo Consiglio segni passi avanti concreti per vincere la sfida della competizione e non condannarci a essere gregari", ha esortato Meloni che mercoledì sarà anche alla Camera.
"Sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno di intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno. Credo", ha detto la premier, "che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono".
In questo senso, su richiesta delle forze politiche che sostengono l'esecutivo, la premier ha chiesto anche all'Europa di avere meno regole e di rivedere il Green Deal in modo da favorire la competitività delle imprese.
Nel suo intervento, Meloni ha voluto esprimere affetto e un augurio per un pronta guarigione a Papa Francesco e la propria preoccupazione per la ripresa delle ostilità nella Striscia di Gaza.
Le reazioni di maggioranza e opposizione al discorso di Meloni
Le comunicazioni della premier a Palazzo Madama sono confluite in una risoluzione, con cui la maggioranza di governo ha voluto segnalare unità sulle questioni aperte a livello europeo.
Il testo sottolinea l'impegno "a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario, fermo restando l'auspicio di una rapida conclusione dei negoziati di pace" e in vista della "Conferenza per la ripresa dell'Ucraina che l'Italia ospiterà a Roma il 10-11 luglio 2025".
"Niente truppe italiane in Ucraina e nessuna ipotesi di esercito europeo, nessun taglio ai fondi per lo sviluppo e nessun accenno a un debito comune europeo, massimo sostegno all'impegno di Donald Trump per la pace e investimenti per la sicurezza in Italia. Bene il discorso di Giorgia Meloni che va nella giusta direzione", si legge in una nota della Lega.
I partiti di opposizione hanno presentato delle proprie risoluzioni per il Consiglio Europeo, con una contrarietà variabile al piano ReArm Europe che da settimane divide lo schieramento e che è emersa anche nel dibattito seguito all'intervento di Meloni.
Il Partito Democratico si è attestato sulla linea della corrente maggioritaria della segretaria Elly Schlein per una "revisione radicale" del piano proposto da Ursula von der Leyen, indicando anche soluzioni alternative per la difesa comune europea.
L'Alleanza Verdi Sinistra ha invece chiesto di "respingere in sede di Consiglio europeo il piano ReArm Europeo proposto dalla presidente della Commissione Europea".
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