L'Onu conferma: a Gaza è carestia, a rischio mezzo milione di palestinesi

A Gaza City e nelle aree circostanti è in corso una carestia. Lo ha dichiarato venerdì l'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), organismo sostenuto dalle Nazioni Unite responsabile del monitoraggio della sicurezza alimentare.
L'Ipc ha alzato la classificazione della scala di monitoraggio alla fase 5, il livello peggiore della sua scala di insicurezza alimentare.
La carestia è stata confermata nel governatorato di Gaza, che comprende Gaza City e le aree circostanti, che occupano circa il 20 per cento della Striscia e sono abitate da mezzo milione di persone.
L'organismo riporta anche che "la malnutrizione minaccia la vita di 132mila bambini sotto i cinque anni".
Si prevede che le "condizioni catastrofiche" si diffonderanno a Deir al-Balah e Khan Younis entro la fine di settembre.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), l'Unicef, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno ripetutamente sottolineato l'estrema urgenza di una risposta umanitaria immediata e su larga scala nella Striscia.
A Gaza è grave l'aumento dei decessi legati alla fame, il rapido peggioramento dei livelli di malnutrizione acuta e il crollo dei livelli di consumo alimentare, con centinaia di migliaia di persone che passano giorni senza mangiare.
Al momento, più della metà della popolazione della Striscia, 1,7 milioni di persone, è in emergenza (fase 4 dell'Ipc) e altre 396mila (20 per cento) è in crisi (fase 3 dell'Ipc), cui si aggiungono i 500mila palestinesi in carestia a Gaza City.
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