Portogallo, progressi limitati nella lotta alla corruzione: il nuovo rapporto del Consiglio d'Europa

Il Portogallo ha compiuto alcuni passi avanti nella prevenzione della corruzione ai più alti livelli del governo centrale e nelle forze dell’ordine, ma il percorso resta ancora lungo. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (GRECO), pubblicato martedì e reso noto da Euronews.
Secondo l’organismo europeo, Lisbona ha dato attuazione parziale a 18 delle 28 raccomandazioni formulate nel quinto rapporto di valutazione del 2023, mentre 10 restano ancora del tutto inevase.
Il GRECO riconosce come risultato significativo l’entrata in funzione del Meccanismo nazionale anticorruzione e dell’Entità per la trasparenza, insieme all’adozione del nuovo Codice di condotta del governo. Positiva è stata anche l’organizzazione di corsi di formazione per i ministri e l’introduzione di una consulenza riservata per chi ricopre ruoli esecutivi di alto livello.
Un altro passo avanti è rappresentato dalla piattaforma elettronica per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, così come l’approvazione dei nuovi codici di condotta per la Polícia de segurança pública (Psp) e la Guarda nacional republicana (Gnr), entrambe dotate ora di canali interni di segnalazione.
Le cose da fare per arginare la corruzione
Nonostante i progressi, il rapporto segnala che molto resta da fare. Non è stata ancora adottata la nuova Strategia nazionale anticorruzione 2025-2028 né un piano specifico di prevenzione per i dirigenti pubblici.
Mancano inoltre regole chiare e vincolanti sul lobbying e sui regali, mentre il sistema di accesso alle informazioni viene considerato ancora inefficiente.
La trasparenza sulle dichiarazioni patrimoniali e sugli interessi dei membri del governo e dei dirigenti di alto livello non è ritenuta soddisfacente, e i codici etici di GNR e PSP hanno bisogno di linee guida pratiche per diventare realmente operativi.
Il rapporto richiama anche la necessità di rafforzare i controlli sull’integrità, migliorare l’equilibrio di genere nelle forze dell’ordine, rivedere le procedure disciplinari e aumentare il personale dell’Ispettorato generale dell’amministrazione interna (IGAI).
Il GRECO chiede al Portogallo di riferire sui progressi entro il 30 settembre 2026, sottolineando che i prossimi 18 mesi saranno decisivi per raggiungere un livello adeguato di conformità agli standard europei. Se da un lato il Paese mostra segnali incoraggianti, dall’altro la strada verso un’efficace prevenzione della corruzione rimane ancora in salita.
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