L'ex presidente colombiano Álvaro Uribe condannato a 12 anni per corruzione

Álvaro Uribe Vélez, ex presidente della Colombia, è stato condannato venerdì a 12 anni di arresti domiciliari per i reati di frode processuale e corruzione di testimoni, ha stabilito il giudice Sandra Liliana Heredia in una sentenza di primo grado che segna un evento senza precedenti nella storia giudiziaria del Paese.
La condanna prevede una multa di oltre 3,4 miliardi di pesos colombiani (circa 710.000 euro) e un' interdizione di oltre otto anni dalle cariche pubbliche. Secondo la sentenza, Uribe e il suo avvocato Diego Cadena hanno tentato di manipolare la testimonianza di ex paramilitari, come Juan Guillermo Monsalve, in un caso originariamente avviato da una denuncia di Uribe contro il senatore Iván Cepeda, che ha finito per essere considerato una vittima.
La difesa dell'ex presidente ha immediatamente annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza, che sarà sottoposta all'Alta Corte di Bogotà e, se confermata, alla Corte Suprema. Il processo giudiziario, che si trascina da oltre un decennio, ha scosso il panorama politico colombiano, soprattutto in vista delle elezioni del 2026.
Una figura polarizzante
Uribe è stato una delle figure più influenti del Paese fin dai primi anni 2000. Il suo ruolo di presidente per due mandati consecutivi e la sua successiva leadership del partito Centro Democrático hanno definito gran parte del dibattito politico nazionale. L'attuale sentenza riaccende il dibattito sul suo ruolo nella storia recente del Paese. Diversi esperti vedono in questo processo giudiziario un esame istituzionale senza precedenti, non solo di Uribe, ma anche dei limiti del potere e delle azioni del sistema giudiziario di fronte a leader storici.
Reazioni all'interno e all'esterno della Colombia
Il verdetto contro Uribe ha avuto ripercussioni internazionali, in particolare tra le personalità politiche degli Stati Uniti. Diversi legislatori del Partito Repubblicano, come Marco Rubio e Rick Scott, hanno espresso il loro rifiuto della sentenza, sollevando dubbi sulle sue motivazioni e avvertendo che potrebbe influire sulla cooperazione bilaterale tra Washington e Bogotà.
Tra le reazioni internazionali, il presidente Gustavo Petro ha pubblicato un messaggio istituzionale in cui ribadisce il rispetto dell'esecutivo per la separazione dei poteri. "Questo governo non esercita pressioni sulla magistratura, che è indipendente", ha scritto su X.
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