Escalation militare: la Russia archivia il divieto sui missili

Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato ufficialmente che la Federazione Russa non si considera più vincolata dalla moratoria unilaterale sul dispiegamento di missili terrestri a raggio intermedio e corto. La decisione, annunciata il 4 agosto 2025, segna una svolta rilevante nelle dinamiche del controllo degli armamenti a livello globale, con implicazioni potenzialmente destabilizzanti per l’Europa e per il sistema di sicurezza internazionale.
Nel comunicato diffuso da Mosca, si legge che la Russia non può più sostenere un impegno unilaterale quando altri Paesi – in particolare gli Stati Uniti e i loro alleati – hanno adottato una condotta apertamente ostile, ignorando gli appelli di Mosca al contenimento. Le autorità russe hanno accusato Washington di aver già avviato il dispiegamento di missili analoghi in Europa e nella regione Asia‑Pacifico, considerandoli una minaccia diretta alla sicurezza nazionale russa.
La moratoria
La moratoria era stata introdotta in via unilaterale dalla Russia nel 2019, in seguito alla fine del Trattato Inf (Intermediate-range nuclear forces treaty), firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. L’accordo prevedeva l’eliminazione dei missili balistici e da crociera a medio raggio basati a terra e ne vietava sia lo sviluppo che il dispiegamento. Tuttavia, nel 2018 l’allora presidente statunitense Donald Trump annunciò il ritiro degli Stati Uniti dal trattato, accusando Mosca di aver violato i termini dell’accordo. Il trattato cessò ufficialmente di esistere l’anno successivo.
Già nell’estate del 2024, il presidente russo Vladimir Putin aveva messo in guardia l’Occidente, affermando che la Russia avrebbe risposto al previsto dispiegamento, definito “episodico”, di missili statunitensi in Germania, annunciato per il 2026. Berlino aveva giustificato il progetto come misura difensiva, collegandolo all’invasione russa dell’Ucraina e definendolo un deterrente nei confronti di Mosca.
I missili a raggio intermedio e corto
I missili a raggio intermedio e corto sono armi balistiche o da crociera basate a terra, con una gittata compresa tra i 500 e i 5.500 chilometri. Storicamente, questi sistemi hanno avuto un ruolo cruciale durante la Guerra Fredda. Il loro impiego reciproco ricorda il clima di tensione dei primi anni ’80, quando i missili Pershing II statunitensi furono installati in Germania e l’Unione Sovietica minacciò l’Europa occidentale con i propri sistemi.
Secondo analisti internazionali, l’annuncio russo rappresenta un significativo passo indietro rispetto agli impegni presi nei decenni precedenti sul disarmo nucleare. La Russia ora si riserva la possibilità di sviluppare e schierare nuove armi di questa classe, potenzialmente anche a testata nucleare, in risposta alla presenza militare occidentale. Il Cremlino ha sottolineato che le eventuali contromisure saranno valutate in base alla natura delle minacce e alle decisioni militari dei Paesi Nato
Con questa mossa, Mosca segnala chiaramente la volontà di agire in modo simmetrico o anche preventivo rispetto all’espansione delle infrastrutture militari occidentali. La rottura della moratoria potrebbe dunque inaugurare una nuova fase di corsa agli armamenti, riportando l’Europa in uno scenario strategico simile a quello della Guerra Fredda.
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